A partire dal cedolino pensione di giugno arrivano brutte notizie per i pensionati: l’Inps taglierà l’importo di 50 euro al mese. Non si tratta di un taglio che interesserà, indistintamente, tutti i pensionati, ma solo alcuni.
Pertanto, vediamo subito chi rischia la riduzione della pensione e perché. Prima di iniziare, ti consiglio la visualizzazione del video YouTube pubblicato da Pensioni e Aggiornamenti: troverai una spiegazione completa sul perché dei tagli alle pensioni.
Le pensioni di giugno saranno pagate in ritardo e l'importo sarà più basso. A partire dalla pensione di giugno 2025, l’Inps opererà una riduzione dell’importo per alcuni pensionati.
Come anticipato, il taglio non riguarderà tutti i pensionati, ma solo chi, nel 2022, ha percepito un’indennità straordinaria, maggiore rispetto a quanto spettava effettivamente in base al proprio reddito annuo.
I titolari di pensione coinvolti saranno quelli con reddito annuo pari o inferiore a 35.000 euro, che avevano ricevuto 200 euro, e a 20.000 euro, per un’indennità pari a 150 euro.
La riduzione dell’importo mensile, pertanto, non interesserà tutti i pensionati, ma solo per coloro che, a seguito dei controlli, è scaturita una differenza tra l’importo effettivamente ricevuto e quello spettante.
La riduzione della pensione è dovuta al recupero dell’indennità una tantum riconosciuta nel 2022.
Molti pensionati, tre anni fa, hanno ricevuto “impropriamente” un importo superiore a quanto spettava.
Pertanto, l’Inps ha avviato una serie di controlli per correggere errori sull’indennità concesse temporaneamente proprio nel 2022.
In quell’anno, per chi se ne fosse dimenticato, era previsto un bonus una tantum da 200 euro e 150 euro.
L’indennità veniva concessa in maniera automatica ai titolari di pensioni e prestazioni assistenziali, sulla base delle dichiarazioni dei redditi.
Non è la prima volta che alcuni pensionati si trovano costretti a restituire il bonus ricevuto negli anni scorsi. Già nel 2024, infatti, diversi beneficiari hanno dovuto fare i conti con ricalcoli e recuperi, spesso a causa del mancato rispetto dei requisiti previsti dal governo nel 2022.
Ora, però, la restituzione diventa ufficiale e sistematica: a partire da giugno 2025 scatteranno i tagli sulle pensioni per tutti coloro che risultano non più idonei. Ovviamente, non si tratta di un errore dei pensionati.
Le trattenute per la restituzione del bonus pensionati inizieranno a partire da giugno 2025 e si concluderanno entro settembre dello stesso anno. Quindi, il taglio si protrarrà per diversi mesi.
L’importo mensile trattenuto sarà di circa 50 euro, per un totale che non supererà i 200 euro complessivi.
L’Inps ha deciso di suddividere l’importo da restituire in rate mensili per quattro mesi, in modo da ridurre l’impatto sulle pensioni.
L’importo della trattenuta potrebbe variare in base alla somma che ogni pensionato dovrà restituire, ma l’obiettivo è sempre quello di distribuire il prelievo in modo equo e meno gravoso possibile.
Alcuni pensionati potrebbero aver già ricevuto una comunicazione da parte dell’Inps relativa alla restituzione del bonus, tramite posta o attraverso il portale online dell’Istituto.
È possibile verificare se l’Inps ha applicato correttamente i criteri di calcolo. Per farlo, occorre fare riferimento al proprio reddito relativo all’anno 2021, considerando non solo la pensione, ma anche eventuali altre entrate.
I dati necessari si trovano nella dichiarazione dei redditi presentata nel 2022. Se, dopo un confronto, il pensionato ritiene di essere stato penalizzato ingiustamente (cioè se il reddito complessivo del 2021 era entro i limiti previsti per accedere al bonus) è possibile presentare una segnalazione all’Inps per richiedere una verifica. In caso di errore, l’Istituto può rimborsare le somme trattenute.
Per una corretta valutazione della situazione e per eventuali comunicazioni ufficiali, è consigliabile farsi assistere da un patronato o da un Caf.