12 May, 2025 - 18:06

Perché Emanuele De Maria era libero? La furia del centrodestra sui giudici: "Errore gravissimo"

Perché Emanuele De Maria era libero? La furia del centrodestra sui giudici: "Errore gravissimo"

Il caso di Emanuele De Maria, il detenuto campano suicidatosi ieri gettandosi dal Duomo di Milano e sospettato di aver ucciso la barista cingalese Chamila Wijesuriya mentre era in permesso premio, irrompe nel dibattito politico e si inserisce nel mai sopito scontro tra maggioranza di governo e magistratura.

Il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri e il deputato di Fratelli d’Italia, Riccardo De Corato, hanno già annunciato due interrogazioni al Ministro della Giustizia Carlo Nordio, in cui si chiede di chiarire eventuali responsabilità ed errori di valutazione da parte dei giudici che hanno concesso i permessi al 35enne, in carcere per il femminicidio di una 23enne tunisina, commesso nel 2016 a Castel Volturno.

Sono stati commessi errori di valutazione nella concessione dei permessi al 35enne campano? I due esponenti del centrodestra chiedono che venga fatta chiarezza su questa circostanza.

Un reato per il quale De Maria stava scontando la sua pena nel carcere milanese di Bollate, da cui però aveva ottenuto di poter uscire per lavorare presso l’Hotel Berna, nei pressi della stazione centrale del capoluogo lombardo. Del 35enne si erano perse le tracce nella serata di venerdì scorso, una volta terminato il turno di lavoro. Contemporaneamente si erano perse le tracce anche di una 50enne cingalese che lavorava con lui all’albergo, Chamila Wijesuriya. Il corpo senza vita della donna sarebbe stato rinvenuto nella boscaglia del Parco Nord con ferite da taglio alla gola, qualche ora dopo il suicidio di De Maria.

Prima di togliersi la vita, De Maria avrebbe accoltellato gravemente un altro collega di lavoro, il barista egiziano Hani Nasr, che è stato sottoposto ad un intervento chirurgico e ora è fuori pericolo e nelle prossime ore sarà sentito dagli inquirenti della Questura di Milano. 

Il caso di Emanuele De Maria è immediatamente finito al centro di una nuova polemica politica, tra centrodestra e magistratura.

Perchè Emanuele De Maria era libero?  Furia centrodestra contro i giudici

Sono due le interrogazioni parlamentari al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, annunciate da due esponenti della maggioranza di centrodestra. Entrambe mirate a individuare eventuali responsabilità da parte dei giudici nella vicenda che ha coinvolto il 35enne detenuto campano, e chiarire perché gli fossero stati concessi dei permessi di lavoro all’esterno.

La prima interrogazione reca la firma del senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, che chiede al Guardasigilli di predisporre un’ispezione sulle strutture giudiziarie che hanno concesso i permessi a De Maria.

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È incredibile che una persona responsabile di un femminicidio abbia potuto fruire di permessi”.

Ha accusato Gasparri che poi ha duramente criticato le valutazioni della magistratura:

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“Chiedo un'ispezione sulle strutture giudiziarie che sono responsabili dei permessi concessi a Emanuele De Maria. Le valutazioni della magistratura sono state evidentemente sbagliate ed è necessario individuare le colpe e sanzionare chi ha commesso un errore così grave. Chiedo quindi al ministro Nordio di procedere con immediatezza a un'ispezione nella speranza che questa volta chi ha sbagliato nella Magistratura paghi e non accada quello che accade sempre: le toghe sbagliano ed i cittadini pagano”.

Conclude con una nota polemica.

La seconda interrogazione, invece, è a firma del vice Presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera Riccardo De Corato, di Fratelli d’Italia.
De Corato, come Gasparri, critica ‘una certa magistratura buonista e di sinistra’ accusata di essere ‘troppo morbida’.

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“Sin dalle prime ore successive all’accoltellamento, proprio due giorni fa, avevo annunciato una mia interrogazione parlamentare alla Camera, all'attenzione dei ministri Nordio e Piantedosi sul fatto che certa magistratura 'buonista' e di sinistra fosse troppo morbida nei confronti di alcuni carcerati che, viceversa, devono scontare le loro pene all'interno delle galere”.

Permessi e benefici a De Maria: il ministero della Giustizia avvia accertamenti

Secondo quando si apprende da fonti ministeriali, il ministero della Giustizia starebbe approfondendo il caso di Emanuele De Maria e delle procedure che hanno portato alla concessione dei permessi di lavoro all’esterno.

Intanto il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro ha sottolineato che il caso è al vaglio del ministero e che saranno effettuati accertamenti per capire cosa sia accaduto.

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Cercheremo, per quanto possibile, di fare approfondimenti su una scelta che non dipende certamente dall'Amministrazione penitenziaria. Cercheremo di capire come sia potuto accadere che venisse giudicato, evidentemente, non pericoloso socialmente.

L’autorizzazione al lavoro esterno, o la concessione di benefici premiali, come sottolineato da Delmastro, sono una "scelta della magistratura".

Semenzato: “Sottovalutare rischio pericolosità vanifica sforzi legislatore”

Sulla questione è intervenuta anche Martina Semenzato, presidente della Commissione parlamentare d’Inchiesta sul femminicidio, che ha sottolineato la necessità di una "seria riflessione sulle modalità di concessione dei benefici penitenziari” per chi si sia macchiato di delitti di particolare gravità.

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“Serve una accurata indagine per capire come sia possibile che un femminicida abbia avuto, dopo così pochi anni di detenzione, la possibilità di lavorare all'esterno dell'istituto penitenziario. L'obiettivo di rieducazione e risocializzazione del condannato non può prevalere sulla tutela della collettività. 

Ha dichiarato all’Adnkronos la deputata di Noi Moderati, che ha poi aggiunto: 

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“Come ho già in più occasioni affermato, la sottovalutazione del rischio e, in questo caso, della pericolosità sociale, da parte di chi è chiamato ad applicare le norme, vanifica l'attività del legislatore che è costantemente all'opera per migliorarle a tutela delle donne.

Femminicidio Milano, perché il caso De Maria è terreno di scontro politico in tre punti:

  1. Il caso e i sospetti: Emanuele De Maria, detenuto per un femminicidio del 2016, era in permesso premio quando è scomparso e poco dopo è stato trovato morto, suicidatosi dal Duomo di Milano. È sospettato di aver ucciso Chamila Wijesuriya, collega di lavoro, e di aver ferito gravemente un altro dipendente dell'hotel.
  2. Polemica politica: Il centrodestra accusa la magistratura per aver concesso permessi a un soggetto ritenuto ancora socialmente pericoloso. Gasparri e De Corato (FI e FdI) hanno presentato interrogazioni parlamentari chiedendo ispezioni e sanzioni per eventuali errori giudiziari.
  3. Avviati accertamenti Ministero: il ministero della Giustizia starebbe approfondendo il caso di Emanuele De Maria e delle procedure che hanno portato alla concessione dei permessi di lavoro all’esterno.
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Maria Rita Esposito
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