Nelle ultime ore in Italia si è tornato a parlare del MES, il Meccanismo europeo di Stabilità, che il governo italiano si rifiuta di ratificare.
L’Italia è l’unico stato dell’UE a non averlo fatto e sta subendo notevoli pressioni a riguardo. Senza la ratifica dell’Italia, infatti, neanche gli altri Stati membri possono accedere al meccanismo in caso di difficoltà finanziare.
Il governo è contrario e non intende procedere. Una posizione unanime seppur con sfumature diverse nei tre partiti di maggioranza. Favorevole l’opposizione – a eccezione del Movimento 5 Stelle – che preme perché il governo approvi la misura.
Il MES è un’organizzazione intergovernativa dell’Eurozona, nata nel 2012 per aiutare i Paesi in difficoltà economica, fornendo prestiti e supporto finanziario attraverso il Fondo Salva-Stati. Ha una capacità di intervento fino a 500 miliardi di euro, ma l’accesso ai fondi è subordinato al rispetto di condizioni precise. È governato dai ministri delle finanze dell’area euro, con decisioni prese in base al capitale versato dai singoli Stati.
Ogni Stato contribuisce al fondo in modo proporzionale al PIL e alla popolazione. L’Italia è tra i tre Paesi con maggiore capitale sottoscritto: 14 miliardi di euro che adesso la Lega vorrebbe riprendersi.
Arriviamo, così, allora alle domande più stringenti, ovvero: il MES è davvero così pericoloso come sostiene il centrodestra e soprattutto, davvero l’Italia può riprendersi i soldi messi nel fondo?
Questa mattina, a margine di una conferenza stampa alla Camera, il vicepremier Matteo Salvini ha evocato lo spettro della Grecia, rispondendo a una domanda sulla mancata ratifica del MES da parte dell’Italia. La Grecia tra il 2010 e il 2018 ha usufruito degli aiuti UE per fare fronte a una grave crisi economica, ma le politiche di rientro del prestito hanno avuto effetti negativi sull’economia del paese. I governi, infatti, furono costretti ad attuare manovre ‘lacrime e sangue’ per riuscire a fornire all’UE le garanzie necessarie per ottenere i prestiti, con un grave aumento della povertà nella popolazione e soprattutto tra le fasce più deboli.
“Non vogliamo fare la fine della Grecia”, ha detto Salvini, che ha rivendicato la battaglia della sua Lega contro il meccanismo di stabilità UE. A spaventare la Lega, e il governo che si rifiuta di ratificare il meccanismo europeo, ci sarebbero una serie di fattori che esulano dall’esperienza ellenica.
Il MES, infatti, è visto come pericoloso perché implica una perdita di sovranità nazionale, in quanto gestito tramite un accordo intergovernativo esterno alle istituzioni UE. I paesi che vi ricorrono devono accettare condizioni economiche rigide, spesso considerate penalizzanti (vedi la Grecia). Le condizioni imposte possono portare a politiche di austerità dannose.
Il ricorso al MES può alimentare sfiducia nei mercati. Esiste il rischio che il meccanismo non prevenga, ma aggravi le crisi. I vincoli stringenti potrebbero rallentare la ripresa economica. Per i detrattori non garantirebbe la necessaria trasparenza nelle decisioni. C’è inoltre il timore che il controllo da parte dei paesi più forti possa creare squilibri tra membri. In sintesi, è percepito come uno strumento utile, ma potenzialmente coercitivo e squilibrato.
Questi sono i motivi principali della reticenza del governo Meloni ad approvare la ratifica del MES.
Seppur con sfumature diverse, infatti, i tre partiti di maggioranza sono concordi a non cedere alle pressioni UE. Lega e Fratelli d’Italia hanno una posizione più decisa e non vedono di buon occhio neanche la modifica relativa alla funzione ‘backstop’ , che lo trasformerebbe in una sorta di ‘salva-banche’ per ammortizzare le crisi bancarie. Funzione di cui, come sottolineato dalla Lega e da Fratelli d’Italia, il nostro Paese non necessità, in quanto i nostri istituti bancari godrebbero di ‘ottima salute’.
Più sfumata la posizione di Forza Italia che non ne fa una questione di forma di merito. AntonioTajani, ieri, ha spiegato di non essere contrario al meccanismo in sé, quanto al fatto che per come è strutturato non fornisce le necessarie garanzie di trasparenza. Il vicepremier ha anche evidenziato come, al momento, non si tratti di una priorità.
#Tajani sulla posizione di Forza Italia sul Mes:
— Tag24 (@Tag24news) May 14, 2025
"Forza Italia ha sempre avuto delle perplessità. La perplessità è il controllo democratico del fondo."
???? Per Forza Italia, la trasparenza e il controllo sono fondamentali.#Mes #ForzaItalia pic.twitter.com/TeyI5KqV8S
Oggi, il leader della Lega, Matteo Salvini ha rinnovato la proposta di chiedere indietro i 14 miliardi di euro che l’Italia ha messo nel MES. Si tratta del contributo che ogni Stato UE è tenuto a fornire per la creazione del Fondo Salva-Stati.
Secondo il vicepremier, dal momento che l’Italia non è intenzionata a riconoscere il Mes, né a usufruire in futuro del fondo, non ha senso tenere bloccate risorse che potrebbero essere utilizzate per lo sviluppo del Paese.
Ha dichiarato Salvini che poi ha lanciato una frecciata alla Germania, chiarendo che la Lega non permetterà di utilizzare i ‘soldi dei nostri pensionati’ per salvare le banche tedesche, riferendosi alla clausola del ‘backstop’.
Salvini: "Chiediamo indietro i 14 miliardi del Mes"
— Tag24 (@Tag24news) May 14, 2025
???? Matteo Salvini ha rinnovato la proposta di chiedere indietro i 14 miliardi che l’Italia ha messo nel fondo, visto che il Paese non ha intenzione di usufruirne.#Mes #Lega #Salvini pic.twitter.com/jgZ5oIH02k
Conclude il leader della Lega.