A partire dal 15 maggio 2025, il panorama dei prezzi dei carburanti in Italia ha subito una significativa revisione a seguito del riallineamento delle accise, con un impatto immediato sul costo di benzina e diesel.
Il nuovo decreto interministeriale Revisione delle disposizioni in materia di accise stabilisce un aggiornamento delle aliquote: la benzina ha visto una riduzione, mentre il diesel un incremento.
Un cambiamento entrato in vigore con effetto immediato: ha l'obiettivo di rivedere il sistema fiscale sui carburanti, incidendo direttamente sui consumatori e sulle dinamiche di mercato.
Con l’entrata in vigore della revisione delle accise sui carburanti, si registra un impatto immediato sui prezzi dei carburanti.
Il provvedimento attua uno dei decreti delegati della riforma fiscale, quello relativo alla revisione delle accise.
In pratica, l’operazione prevede un aumento di 1,5 centesimi al litro sulle accise del gasolio, mentre quelle sulla benzina scendono di pari importo.
Tuttavia, l’effetto fiscale si ferma qui: ora resta da capire come le compagnie petrolifere e le stazioni di rifornimento applicheranno queste modifiche e quale impatto avranno sui prezzi finali per i consumatori.
Il prezzo del diesel aumenta, mentre quello della benzina registra una diminuzione:
Questi aggiustamenti ridisegnano la fiscalità dei carburanti, con effetti diretti sui consumatori.
L’intervento sulle accise (imposta sulla fabbricazione e vendita di prodotti di consumo) rientra in un più ampio processo di riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi, previsto dal Piano Strutturale di Bilancio approvato lo scorso autunno.
Nell’ambito del PNRR, è previsto che entro il 2030 vengano tagliati sussidi per un valore di 3,5 miliardi di euro, un passo che contribuirà significativamente a ridurre la perdita di gettito fiscale.
L’intervento riflette una strategia più ampia di revisione delle tax expenditures, mirata a orientare la spesa fiscale verso una transizione green e sostenibile.
Secondo i calcoli dell'Unione Nazionale Consumatori, l'aumento dell'accisa sul gasolio comporterà una spesa aggiuntiva di 1,83 centesimi al litro, comprensiva dell'Iva al 22%.
Per un pieno di 50 litri, la differenza sarà inferiore a un euro (91,5 centesimi). In base a due rifornimenti mensili, il rincaro annuale per una famiglia si attesterà su circa 21,96 euro.
Le maggiori risorse derivanti dalla revisione delle accise saranno destinate a sostenere il trasporto pubblico locale.
Secondo quanto stabilito dall'articolo 3 del decreto interministeriale, dopo aver sottratto la quota spettante alle regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e Bolzano, le entrate extra alimenteranno il Fondo nazionale per il trasporto pubblico.
Questi fondi saranno utilizzati principalmente per:
La revisione delle accise potrebbe generare un gettito aggiuntivo di circa 1,1 miliardi di euro.
Questo incremento deriva da un guadagno di 1,93 miliardi sul gasolio, compensato però da una perdita di 830 milioni sulla benzina. Tuttavia, una parte di queste entrate verrà ridotta, poiché il gasolio utilizzato in agricoltura e i biocarburanti continueranno a beneficiare di aliquote agevolate.
Inoltre, circa 500 milioni delle risorse aggiuntive saranno destinati al rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri, assorbendo quasi la metà dei nuovi fondi disponibili.
Dal 15 maggio 2025, in Italia sono state riviste le accise sui carburanti, con una riduzione per la benzina e un aumento per il diesel.
Il nuovo decreto interministeriale ha modificato le aliquote, con un impatto immediato sui prezzi alla pompa. La revisione fa parte di un ampio piano fiscale, che mira a ridurre i sussidi ambientalmente dannosi e a promuovere la transizione green.
L'aumento dell'accisa sul diesel comporterà un piccolo incremento dei costi per i consumatori, stimato in circa 21,96 euro all'anno per una famiglia.
Le entrate extra saranno destinate principalmente al trasporto pubblico locale. Il provvedimento contribuirà anche al rinnovo contrattuale dei lavoratori del settore.