Tra tanti dossier, anche una partita a burraco. Se l'è concessa la premier Giorgia Meloni niente di meno che con il numero uno del tennis mondiale, Jannik Sinner.
La notizia della sfida è stata data ieri dal Foglio. Sta di fatto che la premier non ha rinunciato al vertice dei Volenterosi convocato per la crisi ucraina per giocare a carte col tennista diventato orgoglio nazionale: la sfida è abbastanza datata. Ma solo in queste ore, alla vigilia della finale agli Internazionali di Roma di Jannik, è rimbalzata sulle cronache dei giornali.
La partita di burraco di Giorgia Meloni contro Jannik Sinner si è svolta a casa della premier, al Torrino, Roma sud, a maggio del 2024: giusto un anno fa, quindi. Quando Sinner, a causa di un infortunio, aveva deciso di rinunciare a quell'edizione degli Internazionali d'Italia ma comunque si trovava a Roma per adempiere ad alcuni obblighi con gli sponsor.
Quattro mesi prima aveva avuto modo di conoscere il presidente del Consiglio e raccogliere la sua sfida per una partita a burraco. Il 30 gennaio 2024, Giorgia Meloni lo aveva accolto con tutti gli onori a Palazzo Chigi di ritorno da Melburne, dove aveva appena vinto gli Australian Open. Sinner aveva già saputo del caso Clostebol, all'epoca non ancora pubblico, ma tra i due furono baci, abbracci e selfie.
E ci scappò anche una promessa: una sfida a burraco, appunto, appena ce ne sarebbe stata la possibilità. E la possibilità si presentò appena quattro mesi dopo, a maggio, quando fioriscono le rose. E quando il pressing del ministro dello sport Andrea Abodi e del presidente della Federtennis Angelo Binaghi andò in porto.
Ora: tra mito, leggenda, cronaca e realtà, si vuole che la partita sia durata quattro ore: dalle otto di sera a mezzanotte. Che le prime mano hanno visto prevalere Giorgia Meloni. Ma che Jannik Sinner sia sempre rimasto in partita. Del resto, è una prerogativa di chi gioca a tennis avere nervi d'acciaio. Così, punto dopo punto, è iniziata la rimonta del numero uno del ranking mondiale. Culminata, alla fine, con la sua vittoria.
Del resto, anche lontano dai campi ufficiali, Jannik sembra uno sportivo sempre in tensione. O meglio: in competizione. L'altro giorno, in Vaticano, quanto tempo ha impiegato a chiedere a Papa Leone di giocare?
Come dire: Sinner ha sempre voglia di mettersi in gioco. E i politici, in un certo senso, pure ci sono abituati
Tant'è che c'è un precedente di partita a carte tra un presidente e degli sportivi che è entrato addirittura nell'immaginario collettivo: quello sull'aereo che, nel luglio 1982, riportava in Italia la Nazionale appena laureatasi campione del mondo. In quell'occasione, non si giocava a burraco, bensì a scopone. Attorno al tavolo da gioco, le coppie Zoff-Pertini e Causio-Bearzot.
Momento culmine: Causio, come era solito in campo, fa una sorta di dribbling. Pur avendone in mano solo uno, gioca un sette, traendo in inganno gli avversari. Tant'è che il presidente della Repubblica lo lascia passare. Ma il commissario tecnico prende con il sette oro, assicurando alla coppia due punti in un solo giro: settanta e settebello. Guai, tuttavia, a dare torto a Pertini
Ora: sarà arduo che la partita di burraco Meloni-Sinner si elevi alla gloria dello scopone Pertini-Zoff vs Bearzot-Causio. Tuttavia, secondo Alessandro Catapano, autore dello scoop della partita di burraco del secolo (per così dire), "in principio, più che il tennis, potè il burraco. D'altronde, Jannik Sinner sa disimpegnarsi bene anche da quelle parti: chiedere ai compagni di Davis e ai membri del suo team per avere conferma".
Il campione della racchetta, una volta, ammise:
Se poi si vince contro il presidente del Consiglio a casa sua...