Il termine iniziale per la presentazione della dichiarazione dei redditi tramite il modello 730 precompilato 2025 era fissato al 15 maggio. Tuttavia, a partire dal 16 maggio, la Sogei S.p.A. ha comunicato il blocco delle funzionalità dell’area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate. Da allora, si attende un comunicato ufficiale che confermi il malfunzionamento e chiarisca un’eventuale proroga dei termini.
Una volta ripristinato il sistema, la procedura di invio è semplice: basta accedere con le proprie credenziali, seguire le indicazioni fornite dall’Agenzia, verificare i dati precaricati, integrare eventuali informazioni mancanti e procedere con l’invio telematico. Va sottolineato che la presentazione del modello non è sempre obbligatoria: in molti casi è possibile evitarla, soprattutto al di sotto di determinate soglie di reddito o in presenza di specifiche esenzioni.
Molti contribuenti si chiedono quindi: chi deve davvero presentare il modello? Quali sono i limiti di reddito per l’esonero? Come cambiano le regole in caso di più fonti di reddito o detrazioni particolari? Sono dubbi legittimi che meritano risposte aggiornate, in un contesto fiscale in continua evoluzione.
Il modello 730 precompilato è il documento con cui si presenta all’Agenzia delle Entrate la dichiarazione dei redditi relativa all’anno d’imposta 2024, riportando i guadagni percepiti e le tasse già versate.
In generale, possono presentare il modello tutti coloro che nel 2024 hanno prodotto redditi da lavoro dipendente, lavori assimilati, affitti di terreni o immobili, interessi, dividendi o prestazioni occasionali senza partita IVA.
Dal punto di vista fiscale, la dichiarazione riguarda anche redditi esteri, redditi separati (come le eredità), investimenti e cripto-attività, da indicare negli appositi quadri (ad esempio W, M o T), a seconda della loro natura, per garantire una corretta tassazione.
Se il reddito complessivo non supera gli 8.500 euro annui, si rientra nella cosiddetta “no tax area”. In questo caso, il contribuente non è obbligato né a presentare il modello 730 né a versare imposte.
Tuttavia, è opportuno sottolineare che, pur non essendo obbligatoria, la presentazione del modello 730 può risultare vantaggiosa. Come spiegato da investioggi.it, ad esempio, un contribuente con un reddito di 6.000 euro che ha subito una trattenuta fiscale del 20% (pari a 1.200 euro) potrebbe ottenere un rimborso totale presentando la dichiarazione. Infatti, rientrando nella no tax area, non sarà tenuto a versare alcuna somma a debito, e l’importo trattenuto risulterà completamente a credito.
In sintesi, i lavoratori con un reddito annuo inferiore a 8.500 euro, che hanno subito trattenute fiscali, possono recuperare quanto versato in eccesso presentando il modello 730 precompilato 2025 e ottenere così un rimborso.
La no tax area rappresenta la soglia di reddito al di sotto della quale il contribuente non è tenuto a versare l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF).
Il limite di reddito varia in base alla tipologia di contribuente:
Chi non supera questi limiti è esonerato dal pagamento dell’IRPEF e, in alcuni casi, anche dall’obbligo di presentare il modello 730 precompilato.
Un contribuente è definito “incapiente” quando l’imposta lorda calcolata sul suo reddito è inferiore alle detrazioni spettanti.
In questi casi, l’imposta netta da versare è pari a zero. In altre parole, le detrazioni superano l’importo dell’imposta dovuta, annullandola completamente.
Anche se un contribuente rientra nella no tax area e non è tenuto al pagamento dell’IRPEF, può comunque aver subito ritenute d’acconto (cioè anticipi d’imposta) durante l’anno. In questi casi, presentando il modello 730 precompilato 2025, ha diritto a un rimborso, perché le somme trattenute non risultano effettivamente dovute.
Sì, conviene. Se il reddito percepito è stato soggetto a ritenuta d’acconto, anche un importo annuo pari a 6.000 euro può dare diritto a un rimborso. Presentando il modello 730 precompilato 2025, il contribuente potrà recuperare integralmente le somme trattenute, poiché non è tenuto al versamento di alcuna imposta, rientrando nella no tax area.
Ad esempio, supponiamo che un lavoratore abbia svolto incarichi occasionali nel 2024 con compensi soggetti a ritenuta d’acconto e che venga assunto con contratto da dipendente solo a partire da gennaio 2025. In questo caso, anche se si tratta della sua prima dichiarazione dei redditi, può presentare il modello 730 per recuperare le imposte già versate in forma di ritenuta nell’anno precedente.