La detrazione delle spese per la ristrutturazione di casa viene spalmata in 10 anni. Un lungo periodo, a pensarci bene.
Qualora il contribuente dovesse venire a mancare, le detrazioni non vanno perdute. Questo può essere un dubbio importante da sciogliere, soprattutto nel caso in cui l’avente diritto sia avanti con l’età.
Per i restanti periodi d’imposta, infatti, la detrazione viene trasferita agli eredi: ci sono, però, casi e condizioni che elencheremo nel testo.
Quando una persona che ha diritto alle agevolazioni fiscali per lavori edilizi muore, i benefici non vanno persi perché passano agli eredi.
Ovviamente, ci sono alcune condizioni: gli eredi devono continuare ad avere la piena disponibilità dell’immobile. Ciò significa che:
L’Agenzia delle Entrate ha chiarito questo punto in diverse occasioni, tra cui una nella Circolare n. 17/E del 2023.
Secondo quanto spiegato, l’erede può continuare a beneficiare delle detrazioni ancora non utilizzate dal defunto, anche se l’immobile non era intestato a quest’ultimo.
Pertanto, le detrazioni non si perdono con la morte del beneficiario, ma possono essere trasferite all’erede, a patto che questo mantenga un legame diretto e continuativo con l’immobile.
A partire dal 1° gennaio 2016, con l’entrata in vigore della Legge di Stabilità 2016, è diventato possibile per gli eredi continuare a usufruire delle detrazioni fiscali legate alle spese di ristrutturazione sostenute dal defunto.
Prima di questa data, invece, le detrazioni si perdevano con la morte del contribuente: non erano trasferibili agli eredi.
Le regole operative sono state spiegate dall’Agenzia delle Entrate nella circolare n. 11/E del 31 marzo 2016, che ha chiarito come e quando gli eredi possano subentrare nel diritto alla detrazione.
Anche se in molti casi gli eredi possono beneficiare delle detrazioni fiscali legate a lavori di ristrutturazione della casa effettuati dal defunto, ci sono situazioni in cui questo diritto viene meno.
Ecco i casi più comuni:
Immobile affittato al momento del decesso | L’erede non ha la disponibilità diretta del bene, quindi non ha diritto alle detrazioni residue. |
Più eredi, immobile non utilizzato | Le detrazioni vengono suddivise in parti uguali tra tutti gli eredi. |
Un solo erede vive nell’immobile | Le detrazioni spettano interamente a lui. Gli altri, non avendo la disponibilità del bene, perdono il diritto al beneficio. |
Coniuge superstite con diritto di abitazione ma senza eredità | Non può usufruire delle detrazioni, perché non è erede a tutti gli effetti. |
Le detrazioni fiscali legate ai lavori edilizi non si estinguono automaticamente con la morte del beneficiario.
In determinate condizioni, possono essere trasferite agli eredi, che continueranno a beneficiarne per le rate residue.
Rientrano tra le agevolazioni trasmissibili:
Per ottenere il diritto alle detrazioni, l’erede deve possedere e utilizzare direttamente l’immobile. In altre parole, è necessario che lo abiti o lo detenga in modo concreto e continuativo.
Se un immobile su cui sono stati effettuati lavori di ristrutturazione viene venduto prima che siano trascorsi tutti gli anni necessari per usufruire delle detrazioni fiscali, le quote residue del bonus passano automaticamente al nuovo proprietario, a meno che non venga stabilito diversamente.
Infatti, in caso di trasferimento per una compravendita, il venditore, anche se ha ereditato l’immobile, ha due possibilità:
La scelta può essere fatta liberamente tra le parti, ma deve essere specificata chiaramente nell’atto di vendita. Se nell’atto non viene inserita alcuna indicazione, le detrazioni passano in automatico all’acquirente, insieme alla proprietà dell’immobile.
In caso di decesso del beneficiario, le detrazioni fiscali per lavori edilizi possono passare agli eredi, ma solo se hanno la disponibilità diretta dell’immobile.
Il trasferimento è possibile anche per spese sostenute prima del 2016, purché le detrazioni non siano state già interamente utilizzate. In caso di vendita, le agevolazioni residue passano all’acquirente, salvo accordi diversi.
Se ci sono più eredi, le detrazioni si dividono tra loro o spettano solo a chi abita nell’immobile. Il coniuge che rinuncia all’eredità perde il diritto al beneficio, anche se conserva l’abitazione.