21 May, 2025 - 11:21

Referendum 8-9 giugno 2025: cosa prevede il quesito sulla cittadinanza

Referendum 8-9 giugno 2025: cosa prevede il quesito sulla cittadinanza

Mancano circa tre settimane al voto per il referendum dell’8 e del 9 giugno 2025 su lavoro e cittadinanza.

I cinque quesiti (quattro sul lavoro e uno sulla cittadinanza) hanno aperto da tempo la polemica soprattutto per la poca informazione portata avanti.

In questo articolo, ci soffermeremo sul quinto quesito, sulla cittadinanza, per spiegare cosa prevede e cosa cambierebbe, per concludere ricordando come si ottiene oggi.

Referendum 8 e 9 giugno 2025: il quesito sulla cittadinanza in modo semplice

Per spiegare cosa prevede il quesito sulla cittadinanza, riporto subito la sua formulazione:

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Volete voi abrogare l’art. 9, comma 1, lettera b), limitatamente alle parole “adottato da cittadino italiano” e “successivamente alla adozione”; nonché la lettera f), recante la seguente disposizione: “f) allo straniero che risiede legalmente da almeno dieci anni nel territorio della Repubblica.”, della legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza?

Il quesito intende abrogare la lettera f) e una parte della lettera b), del comma 1 dell’articolo 9.

L’obiettivo è molto semplice: ridurre i tempi. Infatti, votando sì, l’elettore esprime la volontà di ridurre il requisito della residenza legale da 10 a 5 anni per la richiesta di cittadinanza da parte dei cittadini extra-UE maggiorenni.

Invece, chi decide di esprimersi votando no, sceglie di mantenere la legge nella sua formulazione attuale.

Cosa cambia se gli anni per la cittadinanza passano da 10 a 5

Dunque, l'8 e il 9 giugno si voterà anche su una proposta per cambiare la legge che regola come e quando uno straniero può ottenere la cittadinanza italiana.

In particolare, il referendum vuole ridurre da 10 a 5 anni il tempo minimo di residenza richiesto per fare domanda.

Questo cambiamento riprenderebbe una regola che esisteva già nel passato, dal 1865 fino al 1992.

Attualmente, i 10 anni di attesa sono tra i più lunghi in Europa e rappresentano un ostacolo per molti.

L’idea è di accorciare i tempi, ma senza cambiare gli altri requisiti, come il livello di reddito o la conoscenza della lingua italiana.

Questo renderebbe la procedura più semplice e veloce, e avvicinerebbe l’Italia alle regole in vigore in molti altri Paesi europei.

Come si ottiene oggi la cittadinanza

Attualmente, secondo la legge italiana (art. 9, comma 1, lettera f della legge 5 febbraio 1992, n. 91), uno straniero che non è cittadino dell'Unione Europea può chiedere la cittadinanza italiana solo dopo aver vissuto legalmente in Italia per almeno dieci anni.

Insomma, se una persona viene da un Paese fuori dall’Unione Europea e vuole diventare cittadina italiana, deve vivere in Italia in modo legale per almeno 10 anni prima di poter fare richiesta.

Ci sono alcune eccezioni: ad esempio, per i rifugiati il tempo richiesto può essere più corto.

Ma in generale, quasi tutti gli stranieri che non sono cittadini europei devono aspettare 10 anni di vita regolare in Italia prima di chiedere la cittadinanza.

Referendum 8 e 9 giugno 2025: gli altri quesisti in breve

Degli altri quattro quesiti relativi al lavoro ce ne siamo già occupati in precedenza, soffermandoci soprattutto sul Jobs Act in relazione a cosa si vota l’8 e il 9 giugno 2025.

A conclusione di questo articolo, è bene comunque fare un brevissimo recap degli altri quattro quesiti referendari.

Come anticipato, gli altri quattro quesiti riguardano il diritto del lavoro e mirano a modificare le norme introdotte e consolidate dal Jobs Act e dalle successive modifiche.

Nella seguente tabella riassuntiva, ecco cosa prevedono in breve i quattro quesiti sul lavoro:

Quesito 1Abrogazione integrale del decreto legislativo sul “Contratto a tutele crescenti” per ripristinare le tutele previste dall’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori
Quesito 2Interviene sull’articolo 8 della legge n. 604/1966, relativo ai licenziamenti individuali nelle piccole imprese (fino a 15 dipendenti)
Quesito 3Abrogazione parziale di alcune norme del decreto legislativo n. 81/2015 relative ai contratti a tempo determinato, con l’obiettivo di ripristinare l’obbligo di indicare le “causali giustificative"
Quesito 4Abrogare una parte dell’articolo 26, comma 4, del D.Lgs. 81/2008 per estendere integralmente anche ai danni derivanti dai rischi specifici delle attività appaltate o subappaltate

Referendum 2025: cosa prevede quesito sulla cittadinanza

Obiettivo del quesito: ridurre da 10 a 5 anni il requisito minimo di residenza per la richiesta di cittadinanza italiana da parte di cittadini extra-UE.

Conseguenze del voto: votare Sì significa accorciare i tempi, semplificando l’accesso alla cittadinanza senza cambiare gli altri requisiti; votare No mantiene l’attuale soglia dei 10 anni.

Contesto generale: il quesito sulla cittadinanza è uno dei cinque proposti, insieme ad altri quattro sul lavoro che puntano a modificare parti del Jobs Act e norme su licenziamenti e contratti.

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Sara Bellanza
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