In occasione della sua prima udienza generale del mercoledì, Leone XIV, il Papa seminatore di pace, ha fatto riferimento a un quadro di Vincent Van Gogh, "Il seminatore al tramonto". Come mai?
Prevost ha confidato ai pellegrini di piazza San Pietro che quest'opera gli viene in mente quando descrive l'amore di Dio per l'uomo, soprattutto quando commenta la parabola del seminatore.
"Noi siamo abituati a calcolare le cose: a volte, questo è necessario. Ma questo - ha predicato il Pontefice - non vale nell'amore. Dio getta il seme della sua parola su ogni tipo di terreno, cioè in qualunque nostra situazione. A volte siamo più superficiali, distratti. A volte ci lasciamo prendere dall'entusiasmo. A volte siamo oppressi dalle preoccupazioni della vita. Ma ci sono anche momenti in cui siamo disponibili e accoglienti. Dio è fiducioso e spera che prima o poi il seme fiorisca. Egli ci ama così, non aspetta che diventiamo il terreno migliore. Ci offre sempre generosamente la sua parola. E forse, proprio vedendo che lui si fida di noi, nascerà in noi il desiderio di essere un terreno migliore. Questa è la speranza".
Speranza, naturalmente, che dalle labbra di Prevost si proietta immediatamente sullo scenario politico internazionale, con le guerre in Ucraina e a Gaza. Ma Van Gogh cosa c'entra?
Commentando la parabola del seminatore e l'amore incondizionato di Dio, Papa Leone ha confidato che gli sovviene l'immagine del quadro di Van Gogh "Il seminatore al tramonto" in quanto per lui è un'immagine di speranza: rappresenta il seme che germoglia grazie al sole.
Proprio il sole sta a significare che Dio c'è sempre, anche quando non si riesce ad avvertire immediatamente. Come quando ci troviamo davanti alle scene orribili delle devastazioni e delle sofferenze della guerra.
ha sottolineato Prevost
Van Gogh dipinse "Il seminatore al tramonto" nel 1888, all'età di 35 anni, due prima del suicidio. Si tratta di un olio su tela di 64 centimetri per 80. E fu realizzato nel corso di un suo soggiorno in Provenza, nel sud della Francia.
Il seminatore è una delle sue opere più intimistiche: Vincent era figlio del reverendo Theodorus van Gogh, un pastore legato alla scuola di Groninga, un movimento riformista all’interno del calvinismo olandese. E, in un primo momento, voleva seguire le orme del padre. Fatto sta che non divenne mai un pastore calvinista. Ma fu sempre un uomo molto spirituale. Così, a proposito del suo quadro, ebbe a scrivere:
spiegò il pittore al fratello Theo.
E quanto scrisse, evidentemente, ieri ha ispirato Prevost, seminatore di pace più che mai in queste prime settimane di pontificato.
Papa Leone, quindi, sembra proprio ispirarsi al dipinto di van Gogh che si conserva al museo Kroller-Muller di Otterlo, in Olanda, nell'azione diplomatica che sta dispiegando sui due scenari di guerra più importanti del mondo: in Ucraina e a Gaza. Se per la crisi mediorientale, ieri, ha fatto appello affinché si dia il via libera agli aiuti umanitari e si giunga alla fine delle ostilità,
per l'Ucraina, la Santa Sede ha confermato la disponibilità ad ospitare le eventuali trattative con la Russia. Mossa che ha messo tutta la pressione addosso al regime di Putin, visto che Zelensky subito si è detto disponibile a una tregua senza condizioni.
Lo zar fino a che punto potrà dimostrarsi un terreno arido, dove è impossibile far maturare il grano del seminatore Prevost?