Non è che gli si riconosca un carattere particolarmente accomodante né che goda di sondaggi particolarmente favorevoli, ma Carlo Calenda, man mano che si approssimano le elezioni, è sempre più conteso tra centrodestra e centrosinistra, anche se bacchetta entrambe continuamente.
Lui non ha mai voluto chiarire da che parte sta. E, così facendo, l'anno scorso, in occasione delle europee, il suo partito, Azione, arrivò al 3,4%. Un bottino che non gli permise di esprimere alcun parlamentare in sede Ue, ma che in ogni caso gli dà modo tuttora di giocare nel ruolo che preferisce: quello di battitore libero, in una posizione alternativa alle due coalizioni principali.
Calenda l'ha dimostrato anche oggi. Come? Con un intervento dei suoi in Parlamento: all'insegna della pragmatismo e delle tirate d'orecchie sia per la maggioranza che per l'opposizione.
E così: più fa il duro, più continuano a tirarlo per la giacca.
Calenda & soci sono contesi in maniera particolare a Milano, dove sono prossime le elezioni comunali, e nelle Marche, dove l'uscente Francesco Acquaroli, fedelissimo di Giorgia Meloni, se la dovrà vedere con tutta probabilità con l'ex sindaco di Pesaro Matteo Ricci.
Con Calenda (e Renzi), il progetto del Terzo Polo è naufragato. Ma questo non impedisce all'ex ministro dello Sviluppo economico dei governi Renzi e Gentiloni di ballare da solo, per riprendere un vecchio film di Bernardo Bertolucci con Liv Tyler e Jeremy Irons
Così, oggi, in Senato, si è scatenato alla sua maniera:
E insomma: Calenda, tra una bastonata e l'altra a destra e a manca, ha detto una cosa non da poco, che l'operazione-Pnrr può dirsi in buona parte fallita perchè il sistema-Italia continua a non riuscire a spendere i soldi che pure avrebbe a disposizione dall'Unione Europea.
Per il resto, inutile anche le solite prese di posizione sui dati Istat, con la maggioranza di governo che dice che tutto va bene e l'opposizione che, al contario, sostiene che tutto va male, come da un copione ormai stanco:
Per questo, il dibattito "è indegno di un parlamento che abbia a cuore la sua onorabilità", ha inveito Calenda.
Tutto questo, in ogni caso, come dicevamo, non pregiudica a Calenda il fatto di essere corteggiato in vista delle prossime elezioni.
Nelle Marche, in un'intervista apparsa nei giorni scorsi sul Corriere della Sera, il leader di Azione ha annunciato che non ci sarà alcuna lista di Azione, la formula sarà diversa:
Fatto sta che di sicuro gli uomini di Calenda non sosterranno il centrosinistra se sarà trainato dal dem Matteo Ricci:
E a Milano? Nel capoluogo lombardo, Azione vale il 6,5%. Ma Calenda ha messo il veto su un altro dem, Pierfrancesco Majorino.