Modello 730/2025 ancora sotto i riflettori. Con l'apertura ufficiale della campagna dichiarativa, dal 15 maggio è possibile inviare il proprio 730 precompilato. Tale adempimento fiscale annuale può concludersi con due risultati diametralmente opposti: un credito d'imposta da riscuotere oppure un saldo a debito da sanare tramite trattenute in busta paga o con versamenti diretti all'Erario.
Per i lavoratori dipendenti, le conseguenze del conguaglio si manifestano direttamente nello stipendio. Se il risultato è favorevole, arriva il rimborso; in caso contrario, si subisce una trattenuta che può anche essere consistente. Una situazione che, per fortuna, può essere gestita con maggiore flessibilità scegliendo la rateizzazione dell'importo dovuto. Opzione disponibile anche per chi non ha un datore di lavoro come sostituto d'imposta.
Ma quali sono i motivi più comuni dietro un 730 a debito? In che modo è possibile suddividere il pagamento in più rate? E come si può compilare correttamente il modello senza cadere in errore?
Prima di approfondire il discorso nei dettagli, vi lasciamo al video YouTube di Informazione Fiscale sulle novità del 730 in vigore da quest'anno.
Il 730/2025 può risultare a debito in diversi casi, spesso legati a situazioni reddituali complesse o a errori nelle detrazioni.
Un classico esempio riguarda i lavoratori che nel 2024 hanno avuto più di un datore di lavoro. In questo caso, presenza di più sostituti d'imposta può generare una mancata armonizzazione delle ritenute fiscali, con un saldo Irpef negativo al momento della dichiarazione. Ma non solo.
Anche le detrazioni fruite indebitamente contribuiscono a creare debiti. Si pensi a chi ha richiesto detrazioni per un familiare a carico che in realtà ha superato i limiti reddituali. Oppure a chi ha beneficiato di agevolazioni non spettanti, come alcuni bonus temporanei legati a spese sanitarie o d'istruzione non correttamente documentate.
La rateizzazione del debito Irpef è una soluzione prevista dalla normativa fiscale italiana e consente ai contribuenti di suddividere l'importo dovuto in comode rate mensili, fino a un massimo di sette. Numero che scende a cinque per i pensionati.
Ma in questo scenario bisogna fare attenzione anche alle scadenze, la prima a giugno. Presentare tempestivamente la dichiarazione permette infatti di usufruire dell'intero periodo disponibile per la rateizzazione.
Chi invia il Modello 730/2025 entro maggio avrà accesso a tutte le sette rate. Al contrario, chi attende settembre dovrà concentrare il pagamento in un numero minore di mesi, con conseguente maggior peso economico per ciascuna rata.
Le rate successive alla prima prevedono un interesse mensile dello 0,33%. Una maggiorazione contenuta, che consente però di diluire l'incidenza fiscale e gestire meglio il budget familiare.
Chi presenta la dichiarazione in autonomia attraverso il portale dell'Agenzia delle Entrate deve indicare la volontà di rateizzare nel Quadro F del Modello 730/2025.
Più precisamente, l'opzione si esprime compilando la colonna 7 del rigo F6, indicando il numero di rate desiderato (da 2 a 6 per lavoratori dipendenti; fino a 7 per chi non ha un sostituto).
La cifra dovuta viene quindi suddivisa in quote mensili uguali, con l'aggiunta dello 0,33% di interessi sulle rate successive alla prima. I pensionati devono rispettare il limite massimo di 5 rate, come previsto dalla normativa vigente.
Nel caso di contribuenti privi di un sostituto d'imposta – come autonomi o disoccupati – il versamento dell'Irpef deve avvenire tramite modello F24. Se la dichiarazione è stata trasmessa tramite Caf o intermediario, il contribuente riceve il modulo F24 precompilato entro dieci giorni dalla scadenza per il pagamento.
Chi invece utilizza il 730 precompilato in autonomia può effettuare il pagamento online tramite la propria area riservata sul sito dell'Agenzia delle Entrate, oppure stampare il modello F24 e procedere al versamento presso sportelli bancari, postali o online.
Il modello F24 offre inoltre la possibilità di compensare eventuali debiti con crediti d'imposta, in modo da poter ottimizzare il carico fiscale complessivo.