20 Jun, 2025 - 09:38

Saldo e acconto Irpef: pagamento entro il 30 giugno 2025 non per tutti: ecco chi può versare a luglio

Saldo e acconto Irpef: pagamento entro il 30 giugno 2025 non per tutti: ecco chi può versare a luglio

Il pagamento del saldo e dell'acconto Irpef interessa annualmente milioni di contribuenti italiani: lavoratori dipendenti, autonomi, pensionati e professionisti sono tenuti a versare quanto dovuto al Fisco in base al reddito percepito.

Quest'anno sono state introdotte una serie di modifiche, sia per quanto riguarda le scadenze fiscali Irpef, sia in merito al calcolo degli acconti, con effetti concreti sulle modalità di pagamento.

Chi deve versare il saldo e primo acconto Irpef entro il 30 giugno? Chi beneficia delle nuove proroghe fino al 21 luglio? Quali aliquote si utilizzano per il calcolo dell’acconto 2025? E in che modo entrano in gioco i contributi INPS?

Prima di soffermarci sulle tempistiche di pagamento e sulle categorie tenute al versamento dell'imposta, vi lasciamo al video YouTube di TG LAa7 su cosa cambia nel 2025 per Irpef e contribuenti in base alle disposizioni contenute nel decreto.

Scadenze saldo e acconto Irpef: chi paga entro il 30 giugno e chi ha tempo fino al 21 luglio 2025

Il versamento del saldo Irpef 2024 e del primo acconto Irpef 2025 segue due percorsi distinti a seconda della categoria di contribuente. La scadenza ordinaria resta il 30 giugno, ma il decreto fiscale del 18 giugno ha introdotto una proroga selettiva.

Di seguito la sintesi delle scadenze aggiornate:

Tipo di contribuenteScadenza ordinariaScadenza con 0,40% maggiorazione
Contribuenti ordinari (no ISA, no fortettari)30 giugno 202530 luglio 2025
Partite IVA soggette a ISA21 luglio 202520 agosto 2025
Contribuenti in regime forfettario 21 luglio 202520 agosto 2025

 

Per chi presenta il Modello 730, con o senza sostituto d’imposta, oppure il Modello Redditi e non è soggetto a ISA o a regime forfettario, il termine per il versamento rimane il 30 giugno. Chi non rispetta questa data può pagare entro il 30 luglio, con una maggiorazione dello 0,40%.

I soggetti con partita Iva soggetti agli Indici sintetici di affidabilità fiscale (ISA), e i contribuenti in regime forfettario, beneficiano invece della proroga al 21 luglio 2025. Anche per loro è prevista una finestra ulteriore fino al 20 agosto con maggiorazione dello 0,40%.

Calcolo dell’acconto Irpef 2025: si usano le nuove aliquote

Una delle principali novità riguarda il calcolo dell’acconto Irpef 2025. Fino al 2023, si utilizzava un sistema a quattro scaglioni. Con il decreto legislativo 216/2023 e la successiva Legge di Bilancio 2025, è stato introdotto un sistema più snello, basato su tre aliquote.

Aliquote Irpef 2025 per il calcolo di saldo e acconto:

  • 23% fino a 28.000 euro di reddito;
  • 35% da 28.001 a 50.000 euro;
  • 43% oltre i 50.000 euro.

Il decreto n. 55/2025, convertito in legge, ha soppresso l’obbligo di calcolo con le vecchie aliquote, evitando così che l’acconto Irpef 2025 fosse eccessivamente elevato rispetto all’imposta effettiva.

Il contribuente può così scegliere tra:

  • Metodo storico: calcolo sull’imposta netta dell’anno precedente;
  • Metodo previsionale: calcolo su reddito previsto per il 2025.

L’applicazione delle nuove aliquote rende il versamento Irpef più coerente con la reale situazione fiscale del contribuente e permette un allineamento tra saldo Irpef e acconto, evitando surplus ingiustificati.

Saldo e acconto Irpef e INPS: coordinamento nei versamenti per partite Iva e forfettari

Il pagamento del saldo e acconto Irpef 2025 è spesso accompagnato da quello dei contributi INPS, soprattutto per autonomi, liberi professionisti e soggetti in regime agevolato. Anche in questo caso, le scadenze sono state allineate per semplificare la gestione fiscale e previdenziale.

Per i soggetti ISA e i forfettari, la proroga al 21 luglio (o 20 agosto con maggiorazione) si applica anche a:

  • Contributi INPS per gestione separata e artigiani/commercianti;
  • Imposta sostitutiva;
  • Addizionali comunali e regionali.
  • Altre imposte sul reddito (es. IRES per società).

Tale coordinamento agevola la pianificazione dei flussi di cassa e consente ai contribuenti di affrontare in modo ordinato i propri obblighi, senza rischi di dimenticanze o sanzioni.

È importante verificare la propria posizione nel cassetto fiscale dell’Agenzia delle Entrate e in quello previdenziale INPS, per avere un quadro completo dei versamenti dovuti.

 

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