Maurizio Cocco è un ingegnere italiano che negli ultimi anni è diventato tristemente noto per la sua lunga detenzione nelle carceri della Costa d’Avorio. La sua vicenda ha suscitato grande attenzione in Italia, sia per la complessità giudiziaria del caso sia per le dure condizioni di detenzione che ha dovuto affrontare.
Dopo tre anni di prigionia, Cocco è stato finalmente scarcerato nel luglio 2025, ma la sua storia resta emblematica delle difficoltà che possono incontrare i cittadini italiani all’estero in situazioni giudiziarie controverse.
Maurizio Cocco è nato a Fiuggi, in provincia di Frosinone, nel Lazio. Al momento dell’arresto, avvenuto nel giugno 2022, aveva 62 anni, come riportato da diverse fonti di stampa. Ingegnere e imprenditore, Cocco era attivo da tempo nel settore delle costruzioni e aveva avviato alcuni progetti in Costa d’Avorio, dove si era trasferito per motivi di lavoro.
La famiglia ha svolto un ruolo centrale durante tutto il periodo di detenzione di Maurizio Cocco. La moglie, Assunta Giorgilli, si è battuta instancabilmente per la sua liberazione. La donna è arrivata a protestare pubblicamente, incatenandosi davanti a Palazzo Chigi per attirare l’attenzione delle istituzioni italiane sulla vicenda del marito e sulle sue precarie condizioni di salute.
Assunta ha più volte denunciato pubblicamente la disperazione e le difficoltà vissute, sottolineando come il marito avesse perso molti chili in carcere e avesse bisogno di cure mediche urgenti.
Anche i figli di Maurizio Cocco hanno sostenuto la battaglia della madre, intervenendo sui social e nei media per difendere l’onorabilità del padre e chiedere giustizia. In particolare, il figlio Francesco ha espresso pubblicamente la propria frustrazione per la lentezza delle procedure e la sofferenza inflitta alla famiglia.
Maurizio Cocco fu arrestato nella notte del 4 maggio 2022 in Costa d’Avorio, insieme ad altre 50 persone, con accuse iniziali molto gravi: frode fiscale, associazione a delinquere, traffico internazionale di droga e riciclaggio di denaro.
Le autorità ivoriane, dopo una lunga fase di indagini e detenzione preventiva, hanno successivamente prosciolto Cocco dalle accuse più pesanti (narcotraffico e riciclaggio), mentre nel maggio 2024 è stato condannato a 24 mesi di reclusione per frode fiscale e associazione a delinquere, oltre al pagamento di un’ammenda di circa 60.000 euro.
Nonostante la sentenza e il periodo già trascorso in carcere, la detenzione di Cocco si è protratta a causa di ulteriori indagini e nuove contestazioni, che hanno ritardato il suo rilascio. L’intervento dell’ambasciata italiana e il pagamento di una cauzione da parte della famiglia hanno infine permesso la scarcerazione dell’ingegnere, che però resta sottoposto a libertà vigilata e con il divieto di espatrio almeno fino al completamento formale della pena.