Sergio Campana è stato un personaggio chiave nella storia del calcio italiano, conosciuto sia per il suo passato da calciatore professionista sia per il suo lungo ruolo da presidente dell’Associazione Italiana Calciatori (AIC).
Figura rivoluzionaria e dirigente stimato, Campana ha saputo coniugare una carriera in campo a un’importante missione di tutela dei diritti dei calciatori, segnando un’epoca.
Sergio Campana è scomparso il 19 luglio 2025, all’età di 90 anni, nella sua città natale di Bassano del Grappa.
Dopo alcune settimane di ricovero in una casa di cura, il mondo del calcio ha salutato uno dei suoi leader più rappresentativi.
La notizia della sua morte ha lasciato un segno profondo tra giocatori, dirigenti e tifosi, che ne hanno celebrato il valore umano oltre che quello sportivo.
Campana era nato il 1º agosto 1934 a Bassano del Grappa, in Veneto. La sua storia è legata indissolubilmente a questa città, dove ha trascorso gran parte della sua vita come cittadino e professionista.
Fin da giovane si mise in luce come calciatore determinato e studioso, portando avanti sia la passione sportiva che la formazione accademica, che lo porterà a laurearsi in giurisprudenza.
Nel corso della sua vita, ha saputo incarnare il modello di sportivo equilibrato, capace di distinguersi sul campo e fuori, diventando esempio per generazioni di calciatori italiani.
Nonostante la sua esposizione mediatica, Sergio Campana ha sempre mantenuto grande riservatezza sulla propria sfera privata. Non è noto se avesse moglie e figli.
Campana inizia la sua carriera calcistica nelle fila del Lanerossi Vicenza. Esordisce in Serie B nella stagione 1953-54, conquistando due Tornei di Viareggio e diventando presto protagonista della squadra.
Con il Vicenza conquista anche la promozione in Serie A e si mette in evidenza per goal e temperamento, diventando uno dei simboli del club: sono 240 le partite giocate e 46 i gol realizzati con la maglia biancorossa.
Nel 1959 passa al Bologna per due stagioni positive, per poi rientrare a Vicenza dove chiuderà la carriera agonistica lealmente e da capitano, dopo aver vissuto i momenti d’oro del Lanerossi e aiutato la squadra a mantenere la massima categoria fino al ritiro nel 1967.
Parallelamente alla carriera sportiva, Sergio Campana si laurea in giurisprudenza e inizia la professione di avvocato.
L’intuizione che lo renderà celebre arriva nel 1968: fonda, con altri calciatori, l’Associazione Italiana Calciatori, di cui resterà presidente per oltre quarant’anni. Sotto la sua guida, l’AIC ottiene conquiste epocali: dalla lotta per l’abolizione della “legge del 40%”, che penalizzava economicamente i giocatori poco utilizzati, fino ai primi scioperi e alle battaglie per il riconoscimento dei diritti contrattuali e previdenziali degli atleti.
Campana diventa figura di riferimento per tutte le generazioni di calciatori e contribuisce a modernizzare il rapporto tra atleti, società e istituzioni sportive.
La sua reputazione di avvocato competente e tenace gli consente di tutelare atleti in difficoltà e di difendere il ruolo dei calciatori nel sistema calcistico italiano, portando la sua voce anche nelle sedi politiche italiane e internazionali.
Resterà alla presidenza dell’AIC fino al 2011, lasciando il testimone a Damiano Tommasi ma rimanendo per sempre il “padre fondatore” del sindacato dei calciatori italiani.