Crisi di governo ultimissime: voto Dl aiuti senza fiducia. E' in corso, secondo quanto si apprende da fonti governative, una interlocuzione con palazzo Chigi sull'ipotesi, su cui il ministro per i rapporti con il Parlamento Federico d'Incà sta mediando con le forze di maggioranza al Senato, di procedere al voto sul decreto Aiuti senza ricorso alla fiducia.
Serve, tuttavia, un accordo 'blindato' per fare in modo che il decreto venga convertito entro il 16 luglio. Fondamentale, viene sottolineato, che l'invito a procedere su questa strada arrivi direttamente da palazzo Chigi.
Viene confermata da fonti ministeriali il tentativo quindi che il ministro D'Incà sta intraprendendo per evitare di porre la questione di fiducia sul dl aiuti. Già da questa mattina in Senato il Ministro ha incontrato i presidenti dei gruppi di maggioranza e ha esposto questa possibilità. Si attendono quindi, le valutazioni di Palazzo Chigi.
"La cosa più naturale è che il presidente del Consiglio venga in Aula e lì indichi un percorso possibile per i nove mesi che abbiamo davanti e i partiti tutti dicano se questo percorso è convincente oppure no. Quello che si dirà in Parlamento la settimana prossima sarà decisivo". Il segretario del Pd, Enrico Letta, all'indomani dello 'strappo' dei 5s, insiste sulla necessità di una dichiarazione programmatica del premier in Parlamento per capire quale potrebbe essere il percorso dei prossimi mesi.
Il coordinatore di Alternativa Popolare sottolinea la spregiudicatezza al limite della follia politica della scelta di Conte: "Il m5s di Conte, per raccattare qualche voto, ha causato la crisi di governo nel più pericoloso momento storico del secolo. Le conseguenze di questa folle e irresponsabile scelta le pagheranno, pesantemente, tutti gli italiani, ognuno di noi. E le pagheranno principalmente i più poveri, i giovani, le imprese. Abbiamo avuto un governo che ha gestito con autorevolezza e serietà la pandemia, la guerra, il caro bollette, la crisi economica nascente."