‘Case green’: l’Ue verso l’approvazione della direttiva, l’Italia invece pronta alla battaglia. La proposta europea Epbd, con le nuove regole sull’efficienza energetica degli immobili, rischia di mettere a dura prova il legame tra Italia-Europa.
Al 2023, ‘case green’ è un paradosso nel Belpaese. Secondo la direttiva ogni casa sul territorio nazionale dovrebbe raggiungere gli standard energetici della classe E entro il 2030 e della classe D entro il 2033. In sostanza, è questo ciò che richiede la nuova proposta europea il cui testo, attualmente non definitivo, sarà al voto della commissione Industria, Ricerca ed Energia (Itre) il prossimo 9 febbraio. Un progetto inizialmente previsto per il 24 gennaio, ma messo in crisi da 1.500 emendamenti presentati.
Il testo originario esposto dal relatore del Parlamento europeo, l'irlandese Ciaran Cuffe, introduceva dunque obblighi di ristrutturazione più stringenti a fronte di maggiori tutele sociali per i proprietari, con l'utilizzo
Durante la conferenza stampa con la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, il premier svedese Ulf Kristersson ha poi specificato:
Troppe le case che vanno oltre la classe energetica E. Secondo il monitoraggio Enea-CTI il 75% degli italiani ha un immobile con una prestazione energetica di tipo E, F e G. E quest'ultima, in particolare, incide per oltre un terzo (35,3%). Alla luce di questi dati i proprietari temono "effetti devastanti" dall'obbligo di ristrutturare, in pochi anni, milioni di edifici residenziali e chiamano alla battaglia contro "l'eco-patrimoniale europea".
«La casa è sacra e non si tocca», Fratelli d’Italia è pronta all’attacco.
Il capogruppo del partito Tommaso Foti, ha portato così alla luce le peculiarità di ogni edificio europeo, sottolineando come ogni nazione abbia delle caratteristiche differenti.