Giorgia Meloni inizia a dover fare i conti con le differenze che intercorrono tra stare all'opposizione e guidare lo stato. Da una parte ci si può vellicare sulla bontà della coerenza politica e comunicativa, dall'altra bisogna talvolta pagare il dazio del compromesso in nome di "quel che è giusto si faccia". Un passaggio di realpolitik che ha prima messo il governo nelle condizioni di provvedere al taglio delle accise che in campagna elettorale - checché ne dica ora il Premier - era stato promesso non sarebbe avvenuto, ed ora lo vede costretto a procedere alla ratifica del Mes. Le condizioni affinché ciò avvenga appaiono mature e, addirittura, inevitabili.
Per mesi Giorgia Meloni ha provato ad intervenire affinché il Mes - anche conosciuto come fondo salva stati - potesse essere ulteriormente modificato. Ma non ci sono margini: al vertice dell'Eurogruppo che si terrà oggi si discuterà della riforma in essere e, con ogni probabilità, verrà approvata così com'è senza altre modifiche. Il governo italiano, a questo punto, è alle strette. Il Ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti - che oggi parteciperà all'Eurogruppo - dovrà tranquilizzare i partner europei e far capire loro che l'Italia non si tirerà indietro. Meloni dovrà accettare obtorto collo. Idem la Lega che, proprio con Fratelli d'Italia, è sempre stato il partito più convintamente contrario a questo strumento di finanza comune. Claudio Borghi, su Twitter, ha nelle scorse ore fatto presente il suo malcontento.
L'ottimo intervento di @MaurizioFugatti quando motivò il voto contrario della Lega al MES nel 2012.
— Claudio Borghi A. (@borghi_claudio) January 15, 2023
Ricordiamo che quello scherzetto ci costò 50 miliardi.
Quello che valeva allora vale ancora adesso. pic.twitter.com/qTuiobGNOt
Se tutto dovesse procedere come sembra oggi potrebbe arrivare il placet italiano. A quel punto, per passare all'effettiva ratifica del Mes, l'esecutivo potrebbe scrivere un Ddl (Disegno di Legge) che dovrà poi subire il naturale iter parlamentare. Potrebbe trascorrere, quindi, almeno un altro mese.
Nel frattempo è intervenuto il Commissario Europeo all'Economia Paolo Gentiloni. Al suo arrivo alla riunione dell'Eurogruppo ha fatto filtrare ottimismo circa la decisione dell'Italia. Così scrive l'AGI:
Gentiloni, poi, specifica la differnza tra ratifica ed utilizzo. Ratificare il Mes non obbliga l'Italia a farne uso e, evidentemente, l'auspicio è che non debba mai rivelarsi necessario poiché trattasi di uno strumento emergenziale. Le sue parole:
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