È Giorgia Meloni a parlare, dopo gli altri leader di centrodestra, e a lanciare Attilio Fontana. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, ha presenziato alla kermesse del centrodestra unito tenutasi oggi presso il Teatro del Verme di Milano. Si tratta dell’ultimo grande evento prima del voto del 12 e 13 febbraio quando gli elettori di Lazio e Lombardia sono chiamati alle urne per rinnovare il Presidente della Regione ed il Consiglio Regionale. Un evento analogo, infatti, si era tenuto domenica scorsa presso il teatro Auditorium della Conciliazione di Roma. Il centrodestra, in quell’occasione, ha spinto la candidatura di Francesco Rocca.
Giorgia Meloni accetta la sfida e la approccia mettendoci la faccia. Il Premier, forte della luna di miele con gli elettori ancora in essere, personalizza la tornata elettorale e chiede agli italiani una dimostrazione di gradimento nei confronti del suo operato. Lo fa sottolineando la distinzione tra un centrodestra 'reale' e uno 'percepito': quella vissuta da lei stessa e quella raccontata dai media ("certe volte non leggo neanche la rassegna", confessa). Ecco, quindi, la scommessa che fa con la sua gente: "Siete voi - dice allora Meloni agli elettori - che dovete dirci, tra l'Italia che io percepisco e quella che delle volte leggo... Diteci con il voto quale è l'Italia e cosa l'Italia pensa davvero".
Proprio come domenica a Roma Meloni parte dai temi di governo. In primis riprende la presunta polemica delle scorse ore relativa ad un problema con Berlusconi e dice: ogni giorno scopro che ho litigato con un ministro, imbavagliato un ministro, a tratti frustrato un ministro. continueremo a leggere poco e che intendiamo farlo per i prossimi cinque anni. Poi si imbatte in un bilancio relativo ai suoi primi 100 giorni di governo. Prima fotografando lo stato dell’arte con i numeri: Dallo scorso 22 ottobre lo spread è sceso, la Borsa ha guadagnato 20 punti, le stime su Pil sono passate da -0,2 a +06. Iniziamo a vedere il calo dell'inflazione, sentiamo dice che forse la recessione potrebbe non esserci. Poi puntando agli obiettivi e, quindi alle riforme promesse in campagna elettorale: Faremo quello che è necessario e sapete perché possiamo farlo, perché non abbiamo padroni. Noi dobbiamo rispondere solo agli italiani. Il Premier ha intenzione di lasciare il segno e chiosa: Vogliamo dire al mondo intero che l'Italia non è più la repubblica delle banane. siamo andati in giro per il mondo a cercare forniture e poi ci siamo ricordati che il gas ce l'abbiamo anche in Italia, e che va estratto". In merito alle riforme e, più nello specifico, a quella dell’autonomia differenziata, ha detto:
Questo quanto detto dal presidente del Consiglio che non rinuncia a una stoccata nei confronti di:
Infine, un accenno all’attesissima riforma della Giustizia:
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