La Finlandia si conferma il Paese sulla bocca di tutta l'Ue: dopo le elezioni politiche, l'ingresso ufficiale nella Nato, ecco un nuovo colpo di scena: l'ormai ex primo ministro Sanna Marin si è dimesso da leader del partito socialdemocratico dopo la sconfitta alle urne.
Una conferenza stampa rapida e concisa da parte di colei che deteneva fino a oggi il record di primo ministro più giovane dell'Unione con i suoi 34 anni.
Probabilmente l'adesione all'Alleanza Atlantica è stata percepita dalla stessa Marin come una grande vittoria del suo mandato, di conseguenza avrebbe ritenuto conclusa la sua missione a capo del Parlamento, da lei guidato dal 2019. Sul ko politico ha pesato soprattutto la politica interna, in particolare i dossier economia e immigrazione. Si attende dunque la riorganizzazione interna al partito che porterà all'elezione del nuovo leader al prossimo congresso di settembre. L'ex primo ministro continuerà a far parte del parlamento socialdemocratico.
Sanna Marin, il carismatico ex primo ministro finlandese che ha "esportato" la nomea al di fuori del suo Paese, conferma una tendenza comune a livello europeo. Alle ultime elezioni in Finlandia, tra l'altro, i socialdemocratici hanno conquistato tre seggi in più rispetto al 2019, eppure la vittoria è andata al Partito della Coalizione Nazionale di centro-destra e davanti al Partito dei Finlandesi, populista di estrema destra.
Si conferma un periodo nerissimo per i socialdemocratici, a cominciare dallo scandalo Qatargate che ha coinvolto alcuni dei suoi massimi esponenti. Tantissime le sconfitte politiche degli ultimi mesi. All'inizio di marzo, il Partito socialdemocratico (SDE) dell'Estonia è arrivato quinto alle elezioni generali del Paese, con il 9,2% dei voti. A settembre, la Svezia, una roccaforte socialista, ha cambiato rotta e ha eletto Ulf Kristersson, leader del partito moderato liberal-conservatore, alla carica di premier.
Ciò che è accaduto in Italia lo sappiamo bene, con il Pd guidato da Enrico Letta stracciato dalla vittoria di Giorgia Meloni, mentre in Francia Anne Hidalgo ha raccolto appena il 2% di voti alle presidenziali di quasi un anno fa.