L'Udienza generale di Papa Francesco oggi si è aperta con un pensiero commosso rivolto alla «martoriata ucraina». Il Pontefice ha infatti chiesto ai fedeli di pregare per il Paese in guerra. Successivamente si è rivolto alle autorità dei due Stati coinvolti nel conflitto affinché si facciano ispirare dai giovani «che vengono da Ucraina e Russia e che hanno scelto di vivere da fratelli e non da nemici».
Nello specifico, il Papa si riferiva ai giovani presenti in Piazza San Pietro e provenienti da Rondine Cittadella della pace. È questo il nome per indicare un'esperienza che ormai da decenni permette a ragazzi e ragazze di nazioni coinvolte nel guerre di studiare insieme immersi nel suggestivo paesaggio della campagna aretina.
L'intervento del Papa prosegue con il ricordo di Padre Matteo Ricci, un gesuita originario di Macerata che si è molto speso per portare il cristianesimo in Cina. Secondo Bergoglio, il credo che più caratterizzava l'impegno cattolico di Matteo Ricci era quello dell'amicizia, tema centrale anche di questa Udienza generale.
Così Papa Francesco sintetizza il "segreto" di Matteo Ricci, uno dei pochi cattolici ad essere riusciti ad entrare in Cina con l'obiettivo di diffondere il Verbo cristiano. Padre Ricci dovette imparare con costanza e pazienza la lingua e i costumi della Cina per poter ottenere i permessi necessari a viaggiare all'interno del Paese, ma alla fine, in un lungo percorso che gli prese più di 18 anni, «riuscì, animato da una fede incrollabile, a superare difficoltà e pericoli, diffidenze e opposizioni». Come? Proprio facendo dell'amicizia e del dialogo il suo metodo d'approccio privilegiato con chi incontrava.
Ricci fu anche un letterato e un professore. Scrisse infatti un trattato «Sull'amicizia» che ebbe una buona risonanza in Cina. Papa Francesco ricorda, parlando a braccio, l'impegno accademico del gesuita di Macerata, necessario per entrare in contatto con una cultura diversa dalla sua e poter così diffondere con più facilità l'insegnamento cristiano:
L'Udienza generale del pontefice è proseguita con il racconto della vita di Matteo Ricci, che fu anche un'eccellente scienziato. Secondo il Pontefice l'impegno di Ricci come uomo di scienza non deve però oscurare le motivazioni più profonde del suo agire, ossia l'annuncio del Vangelo. Infatti, per Bergoglio, proprio il dialogo accademico che si è instaurato tra Ricci e gli scienziati cinesi ha permesso al gesuita di raccogliere abbastanza autorità per poter parlare del verbo cristiano e di essere ascoltato.
Papa Francesco ha chiuso l'Udienza con un discorso, sempre collegato alla figura di Matteo Ricci, riguardo alla coerenza degli evangelizzatori. Un uomo che diffonde la fede deve, come Ricci, «dare testimonianza con la propria vita di quello che annuncia», comportandosi saggiamente, umilmente e benvolente con chi lo circonda. Così conclude il Pontefice sulla figura del gesuita italiano: