Consiglio Europeo un po' sfortunato quello che si è appena concluso a Bruxelles, tra i dissapori imprevisti sulla questione migranti e Macron che deve abbandonare il vertice in anticipo per occuparsi dei violenti disordini in Francia, ma, al di là di tutto, l'Ue ha comunque avuto modo di confrontarsi attivamente su temi caldi dell'attualità. I punti fondamentali vanno dal sostegno all'Ucraina ai rapporti con la Cina, dalla situazione in Kosovo fino all'allargamento dei confini europei.
La due giorni di discussione tra i 27 leader dell'Unione Europea è terminata senza che sia stata raggiunta una linea comune sulla questione migranti. Questo quanto si apprende da Bruxelles, dove il Consiglio sarà chiuso da un intervento del Presidente Charles Michel invece che dalle sperate conclusioni sull'immigrazione.
Il motivo di questa arresto nella gestione dei flussi migratori risiede tutto nei "no" di Ungheria e Polonia, che non hanno accettato le proposte indicate dal Consiglio. Orban, leader di Budapest, ha commentato l'episodio affermando che «era in corso una guerra sull'immigrazione, non una rivolta, ma una lotta per la libertà».
Tra i dossier più importanti esposti sul tavolo dei 27 leader europei c'era anche quello che riguarda l'Ucraina. Ospite d'onore al Consiglio è stato proprio Zelensky, che si è collegato all'incontro in videoconferenza. Il capo di Kiev ha salutato gli alleati europei, che hanno colto l'occasione data dalla sua partecipazione per ribadire il sostegno all'Ucraina.
Così ha commentato, a margine del Consiglio, la Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola: «Putin è più debole e noi di una cosa siamo certi, che la nostra priorità è l'Ucraina», mentre Kaja Kallas, premier estone, ha ribadito la proposta di sottrarre i beni russi per impiegarli nella ricostruzione del Paese occupato:
L'Ucraina è stato anche il tema si cui si è innestata la discussione a proposito dell'allargamento dei confini europei. Per il Presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, l'Ue ha bisogno di un dibattito interno prima che Kiev o altri richiedenti entrino nel blocco.
Michel ha anche chiesto ai leader europei, attraverso una lettera, di cominciare a mettere a punto un'agenda che permetta all'Ue di gestire le nuove sfide dell'allargamento. Così scrive il Presidente del Consiglio dell'Unione:
Il bollente contesto geopolitico in cui l'Europa è inserita ha fatto recentemente emergere preoccupazioni a proposito della difesa del vecchio continente. Il Consiglio ha discusso in questi giorni la necessità di rafforzare la base tecnologia e industriale nel settore della difesa, in modo anche di renderlo più innovativo e competitivo davanti alle sfide dello scacchiere mondiale.
I 27 Stati membri hanno parlato della necessità di un «aumento significativo della capacità strategia a lungo termine dell'Europa di assumersi maggiori responsabilità per la propria difesa». Queste le conclusioni sul tema lette al termine delle discussioni:
Altro importante tema toccato durante l'incontro, che proietta le intenzioni diplomatiche dell'Europa verso l'Oriente, è il rapporto con la Cina. Il Consiglio ha ribadito la relazione «poliedrica» tra l'Unione e Pechino, affermando che «l'Unione Europea e la Cina continuano a essere importanti partner commerciali ed economici, ma che i 27 Paesi membri si impegneranno a granire «condizioni di parità» in modo che i rapporti economici risultino sempre equilibrati e vantaggiosi.
Infine, i 27 hanno toccato anche il tema dei disordini in Kosovo. La richiesta che parte da Bruxelles è quella di un generale abbassamento di toni: