Marelli chiude la fabbrica di Crevalcore, in provincia di Bologna: sono 229 i lavoratori a rischio, impiegati nella produzione di componenti in plastica e e lavorazione di componenti in alluminio per motori endotermici. La continuazione dell'attività, secondo quanto comunicato dall'azienda, è diventata "insostenibile".
Per chiedere a Marelli di ritirare la decisione e al Governo di convocare immediatamente un tavolo di confronto, i sindacati hanno indetto uno sciopero di 8 ore.
Marelli ha comunicato ai sindacati che l’attuale produzione del reparto plastica verrà trasferita nello stabilimento di Bari; mentre la rimanente produzione del reparto alluminio verrà esternalizzata, in quanto non competitiva per i costi dell'energia.
In una nota, diffusa dall'azienda al termine dell'incontro con le rappresentanze dei lavoratori, la direzione ha elencato una serie di criticità per la sua sostenibilità. Ad esempio la contrazione dei volumi legati ai motori a combustione; l’aumento dei costi di materie prime e dell'energia; nonché la mancanza di nuove commesse, a causa della diminuzione degli investimenti nel settore dell’endotermico.
Lo stabilimento di Crevalcore ha infatti sperimentato un calo del fatturato del 30% dal 2017 e perdite in termini di profitti. Stando alle previsioni, negli anni a venire ci sarebbe un'ulteriore contrazione dei volumi, con i costi dello stabilimento, al contrario, aggravati da quelli dell'energia.
La Marelli ha inoltre sottolineato di essersi attivata con sindacati e istituzioni, in modo da individuare "la migliore soluzione possibile" per minimizzare l'impatto di questa decisione sui lavoratori. Confermando anche il piano di investimenti in Italia- che resta "strategica"- pari a 150 milioni di euro, già presentato in precedenza.
I sindacati sono ora sul piede di guerra. Fim, Fiom, Uilm, Fismic, UglM e AqcfR chiedono infatti all'azienda di rivedere la propria decisione, così come al Governo di convocare un tavolo di confronto.
E' stata proclamata anche la mobilitazione permanente a Crevalcore e otto ore di sciopero in tutto il gruppo per venerdì 22 settembre.
Per quanto riguarda gli altri stabilimenti in Italia, la situazione resta stabile, hanno fatto sapere le organizzazioni sindacali.
Il coordinatore nazionale automotive Fim Cisl, Stefano Boschini, ha etichettato la decisione della Marelli come "inaccettabile".
Boschini ha poi spiegato:
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