All’ex direttore e primario del pronto soccorso del Policlinico di Bari, Vito Procacci, qualche giorno fa era stata notificata insieme ad altri colleghi una multa da 27.100 euro per eccesso di straordinari. Una vicenda che sembra mettere in luce le contraddizioni tipicamente italiane, che prima incensa medici ed infermieri per il loro lavoro straordinario (in ogni senso) durante il Covid e poi segue cavilli amministrativi spesso desueti.
La puntata di oggi 23 ottobre di AAA - Stabilità Cercasi, in onda su Radio Cusano Campus e condotta da Livia Ventimiglia e Simone Lijoi, ha raccolto il commento di Pina Onotri, giornalista, medico e segretario generale del Sindacato Medici Italiani. Chiamata a dare un commento sulla vicenda, la dottoressa Onotri ha affermato: "La sanità non è al centro dell'agenda politica, le condizioni di lavoro inadeguate fanno scappare i giovani".
Le difficoltà della sanità italiana sono ormai note da anni, ma anche questa manovra economica se n'è andata senza porre sul tavolo i finanziamenti necessari a risolverle o, se non altro, a creare le condizioni per un ricambio generazionale sempre più urgente.
Ventimiglia e Lijoi iniziano sottolineando che, nel mondo della medicina italiana segnato da tanti e gravi problemi, è surreale che lo Stato italiano multi per troppo lavoro chi, come i medici, durante la pandemia da Covid ha lavorato "troppo" negli ospedali e nei pronto soccorso. Procacci è riuscito ad ottenere attenzione nazionale grazie al fatto che con un post su Facebook si è rivolto al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, esprimendo la propria amarezza per aver dato tutto sé stesso per salvare la vita a migliaia di persone.
Una "sanzione amministrativa" asettica e che sembra negare ai medici italiani quella qualifica di "eroi" che media e politici erano stati pronti a dare a dirigenti medici, infermieri, specializzandi e così via. La multa di 27.100 euro equivale ad un anno di lavoro per un dirigente del livello di Procacci. Cosa ne pensa la dottoressa Onotri di questo cortocircuito amministrativo-burocratico?
"Sicuramente la norma è stata applicata in maniera ottusa in questo caso, ma mette in risalto una situazione presente da prima del Covid: sono circa 200 milioni di ore che il personale sanitario ha regalato perché non ricevono le giuste pause fra un turno di lavoro e l'altro. I colleghi timbrano all'uscita e poi rientrano: fra il rispettare una norma sacrosanta per l'incolumità del medico e il rispetto della norma, c'è anche il codice deontologico dei medici. Non possono lasciare il paziente sul tavolo operatorio".
Ogni problematica, secondo Onotri, si lega l'una all'altra nel mondo della sanità italiana: pochi fondi portano a poche assunzioni, pochi nuovi medici/infermieri portano ad una qualità del servizio non elevata, servizi in meno danneggiano i cittadini e così via. Insistere sulla retorica del medico eroe che sacrifica la propria vita familiare e affettiva per salvare i cittadini è sbagliato per Onofri:
"Lo Stato in questo caso è un po' ottuso, la legge è del 2009 ma è stata modificata in parte nel 2018, perché mette un tetto alle assunzioni: ad un medico in meno corrisponde un servizio in meno. In questo periodo non si è messo in atto nessuna politica per invogliare le persone a lavorare nell'SSN, i tagli che sono stati operati e le pessime condizioni lavorative portano i giovani a non accettare i lavori. Aumentano le aggressioni al personale sanitario per il malcontento di persone che si vedono negate i servizi".
Puntare il dito contro la politica, secondo la dottoressa Onotri, è giusto, ma vanno considerate diverse questioni che a volte non sono correttamente indagate. E' facile indignarsi per i disservizi di un pronto soccorso, ma perché si è arrivati a tanto? La politica dovrebbe essere più attiva nell'evitare la fuga dei medici dai pronto soccorso, non ricorrendo ad assunzioni a gettone o dall'estero che tanto gravano sulle casse statali:
"Non c'è una reale volontà politica: la sanità è stata in 10 anni mai al centro dell'agenda politica, i medici di famiglia sono emigrati perché incolpati dei pronto soccorsi intasati, quando la gente che è nei pronto soccorso non trova posto. Se non c'è un massiccio piano di investimenti nella sanità pubblica, almeno 5 miliardi di euro, la situazione si aggraverà. I cittadini lo vivono sulla loro pelle: gli operatori sanitari vogliono mettere il loro lavoro al servizio della comunità, ma devono essere messi nelle condizioni di farlo".
Come ha affermato lo stesso Procacci, la multa è stata sospesa: grazie anche al lavoro del Presidente Sergio Mattarella, che ha incontrato il Ministro del Lavoro Marina Calderone, questa multa amministrativamente giusta ma non capita a livello popolare non dovrà più essere pagata. La dottoressa Onotri, però, sottolinea come questo sia un controsenso che ha profonde radici in una situazione complicata:
"Non è la prima volta che Mattarella interviene nel merito: nel 2018 rilascia una dichiarazione molto forte, il fatto che oggi che il Presidente intervenga mette in luce quelle criticità che i sindacati da anni stanno cercando di raccontare alla politica ma sono inascoltati. Il fatto che specializziamo più medici non serve, ma le borse non vengono assegnate e i concorsi vanno deserti: di 10 persone, una sceglie questa carriera. Le condizioni di lavoro non si conciliano più con la vita personale. Lo stesso collega multato è stato lontano due anni dalla famiglia, per non portare il contagio nella sua famiglia".
Ventimiglia e Lijoi hanno infine chiesto un'opinione personale alla dottoressa Onotri sul perché i politici, durante l'ultima campagna elettorale, non si siano impegnati chiaramente verso una sanità più ricca e fornita. La risposta di Onotri è che le priorità politiche spesso seguono logiche diverse dal sentire dei cittadini e dei medici, ma che soprattutto manchino di onestà intellettuale:
"Noi non abbiamo più niente da razionalizzare: la politica deve avere il coraggio di dire che è impossibile di continuare di assicurare certi servizi. Non bisognerebbe considerare la sanità come una spesa, mentre troviamo soldi per le armi non troviamo soldi per curare i cittadini".