Il conguaglio Irpef di fine anno è un insieme di operazioni effettuate dal datore di lavoro per determinare le imposte dovute da ciascun dipendente: come funziona? Le operazioni svolte dal datore di lavoro coincido con l’ultima busta paga dell’anno, ovvero con quella di dicembre.
La tassazione fiscale che viene applicata in busta paga, durante l’anno, è solo un’operazione parziale. I redditi complessivamente percepiti dal 1° gennaio al 31 dicembre sono noti solo alla fine dell’anno: ragion per cui si parla di conguaglio Irpef di fine anno.
Spieghiamo meglio come funziona, a chi spetta e cos’è il Bonus Irpef.
Il conguaglio Irpef di fine anno è un’operazione che viene svolta dal datore di lavoro, direttamente in sede di calcolo ed elaborazione della busta paga.
L’operazione consiste nel confronto delle trattenute fiscali subite dal lavoratore nel corso dell’anno con quanto, invece, deve essere versato dallo stesso al Fisco, in virtù del reddito complessivo percepito nel periodo d’imposta.
In base ai calcoli, il conguaglio Irpef può portare il lavoratore a percepire una retribuzione maggiore o inferiore rispetto al normale.
Si possono verificare due scenari:
In caso di conguaglio Irpef positivo, il datore di lavoro non deve applicare nessuna ritenuta sulla retribuzione di dicembre oppure del mese in cui viene effettuato il conguaglio. Al contrario, in questo caso, deve restituire al lavoratore la differenza.
Se, invece, capita un conguaglio negativo, in caso di incapienza delle retribuzioni, il datore di lavoro deve prelevare quanto dovuto.
Quando si effettua il conguaglio Irpef di fine anno? L’operazione deve essere effettuata entro il 28 febbraio dell’anno successivo, tranne in un caso. Quale? Per le ipotesi di interruzione del rapporto di lavoro in corso, il conguaglio si effettua alla data di cessazione del contratto.
Il calcolo del conguaglio dell’Irpef viene effettuato da parte dell’ufficio paghe oppure del consulente del lavoro, per conto del datore di lavoro attraverso il ricorso ad appositi programmi di elaborazione.
Come si effettua il calcolo? Il primo passo è quello di stabilire le retribuzioni, ossia i compensi maturati dal dipendente dal mese di gennaio a dicembre dello stesso anno.
Il secondo passo è quello di definire l’imposta lorda, ovvero l’importo definito dovuto dal lavoratore dipendente al Fisco, applicando le aliquote Irpef. L’ultimo passaggio, infine, riguarda il confronto con le ritenute già applicate durante l’anno, ovvero il confronto tra l’Irpef netta risultante dal conguaglio con le trattenute già effettuate in busta paga nel corso dei singoli periodi di paga.
In definitiva, il primo passo è quello di determinare il reddito complessivo e l’imposta lorda e confrontarle con le ritenute già applicate durante l’anno.
Si tratta di un’operazione obbligatoria. Il datore di lavoro che opera in qualità di sostituto d’imposta non può esimersi dall’effettuare il conguaglio Irpef in busta paga.
Oltre ad effettuare il calcolo, deve anche avvisare i propri dipendenti se riceveranno un credito oppure se avranno un debito con l’Erario.
Se il datore di lavoro, entro la fine dell’anno, non abbia erogato il rimborso a credito, il sostituto d’imposta deve sospendere le operazioni di rimborso e comunicare al dipendente gli importi residui verranno erogati a rate.
Il conguaglio di fine anno non è solo l’occasione per determinare le trattenute fiscali, ma anche per stabilire la spettanza o meno del bonus Irpef.
Di cosa si tratta? Il bonus Irpef si concretizza in un credito netto per chi totalizza redditi pari o inferiori a 28.000 euro. La misura è stata rinnovata anche per il 2024, seppure con qualche variazione.
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