Ennesima barbarie nei confronti degli animali. Questa volta a pagarne le spese sono stati i mufloni dell'Isola del Giglio, nonostante un accordo in essere tra WWF, LAV e il Parco per la salvaguardia e il trasferimento nel loro habitat naturale.
Nell'accordo tra le due associazioni animaliste WWF, LAV e il Parco del Giglio, il muflone doveva essere eradicato ma non più mediante l'uccisione. Il progetto era stato presentato all'Unione Europea: i mammiferi dovevano essere catturati e trasferiti in zone utili allora loro preservazione.
Il parco li aveva definiti un "ibrido nocivo" e dunque pericolosi per la biodiversità. Numerose erano le richieste di adozione per i mufloni, tutte inascoltate. Trentacinque esemplari sono stati sterminati e cinquantadue salvati.
A quanto riportato da LEAL Lega Antivisezionista, sono state violate le norme nazionali ed europee che prevedono l'eradicazione solo su basi e dati scientifici, di cui il Parco ha ammesso di non essere in possesso. In assenza di prove ben specifiche, nessuna specie può essere eradicata o dichiarata invasiva per il territorio.
Uno dei motivi dell'abbattimento dei mufloni, era la loro "pericolosità" per i vicoltori, teoria in realtà smentita - come specificato dall'associazione - dagli stessi produttori di uva nel 2021, tramite una petizione. Il Parco aveva ricevuto soltanto 3 richieste di risarcimento per danni alle viticulture per l'ammontare di €400 imputabili ai mufloni – contro i quasi €400.000 ottenuti dall’UE per eradicarli.
In assenza di comprovati danni, dunque l’eradicazione del muflone del Giglio costituisce un reato e dei 52 mufloni catturati e traslocati, 19 sono morti a seguito dello stress delle catture e delle traslocazioni, ovvero il 40% dunque degli animali catturati.
L'associazione che da 40 anni tutela e difende gli animali, ha inoltre aggiunto: