L'Unione Europea ha siglato oggi l'accordo sul Patto per i migranti e l'asilo. La riforma prevede cinque regolamenti, tre raccomandazioni e un documento di linee guida. L’annuncio è arrivato dal commissario Margaritis Schinas su X, mentre la presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola ha commentato con entusiasmo: "Il 20 dicembre 2023 passerà alla storia".
Dopo la firma dell'accordo, la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha sottolineato in una nota che "Saranno gli europei a decidere chi arriva e chi può restare nell'Ue, non i trafficanti". In tal senso, anche il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi esprime soddisfazione: "l’Italia ora potrà contare su nuove regole per gestire i flussi migratori e contrastare i trafficanti di esseri umani". La presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola ha poi aggiunto che "Sono molto orgogliosa del fatto che con il Patto per la migrazione e l'asilo abbiamo ottenuto risultati e fornito soluzioni".
Il Patto è stato siglato da eurodeputati e delegati governativi, riuniti nel trilogo, ovvero la sede del negoziato interistituzionale che vara i testi legislativi nella loro forma definitiva. I negoziatori di Parlamento e Consiglio hanno così raggiunto un'intesa sulla versione decisiva di cinque distinti regolamenti.
Ognuno di quelli che sono stati definiti i "5 pilastri principali della riforma" stabilisce le regole per condividere tra i Paesi dell'unione la gestione dei flussi di asilo e migrazione. Tra le norme siglate oggi, anche la previsione di cosa fare nel caso in cui scoppi una improvvisa crisi migratoria. Il testo deve essere adottato formalmente dal Parlamento e dal Consiglio per poter diventare legge. L'impegno proclamato è quello di procedere all'adozione dell'accordo provvisorio prima delle elezioni europee del giugno 2024.
Le norme dell'accordo regolano quali procedure adottare per le persone che arrivano alle frontiere esterne dell'Ue, il trattamento delle richieste di asilo e l'identificazione dei migranti. Passaggio fondamentale per il nostro Paese è quello relativo alla solidarietà obbligatoria per i Paesi dell’Ue riconosciuti sotto pressione migratoria.
Una volta entrata in vigore, la norma consentirà agli altri Stati membri di scegliere tra il ricollocamento dei richiedenti asilo nel loro territorio o il versamento di contributi finanziari. Dunque, decade ogni possibilità di ricollocamenti obbligatori, tanto invocati dall'Italia.
L'accordo prevede una procedura comune in tutta l’Unione per concedere e revocare la protezione internazionale, in sostituzione delle diverse procedure nazionali. Il dettato comprende anche il concetto di strumentalizzazione dei migranti, cioè quando questi ultimi vengono utilizzati da Paesi terzi o attori non statali ostili per destabilizzare l’Ue, prevedendo l'eventuale deroga temporanea alle procedure standard di asilo. La procedura di richiesta dell'asilo dovrebbe velocizzarsi, con limiti più brevi per le richieste manifestamente infondate o inammissibili e alle frontiere dell'Ue.
Il testo introduce poi modalità più efficaci di identificazione dei migranti, aggiungendo alle impronte digitali le immagini del volto. I soggetti che non soddisfano le condizioni per entrare nel territorio europeo saranno soggette a una procedura di screening pre-ingresso, che prevede identificazione, raccolta dati biometrici e controlli sanitari e di sicurezza, per un massimo di sette giorni. Le autorità potranno procedere alla registrazione di coloro che potrebbero rappresentare una minaccia per la sicurezza, se la persona è violenta o armata illegalmente.
Ogni Stato membro potrà mettere in campo un meccanismo di monitoraggio indipendente per garantire il rispetto dei diritti fondamentali dei bambini. L'accordo sancisce l'obbligo a prendere in considerazione le esigenze specifiche dei minori. A partire dai sei anni, anche i bambini potranno essere identificati con le immagini del volto.