Non avrebbe avuto conseguenze "significative" nell'aria di Taranto la nube rossastra di fumo e polveri che mercoledì si è sollevata dall'Ex Ilva, lo stabilimento oggi Acciaierie d'Italia. A dirlo è la sezione pugliese dell'Agenzia di protezione dell'ambiente al termine dei primi riscontri del caso.
Qualche tarantino storcerà forse il naso nel leggere quell'"In ogni caso", alza le mani e va avanti, nonostante qualche timore sia emerso. La nube si è infatti diretta dall'acciaieria 2 del siderurgico verso il vicino quartiere Tamburi e gli esperti avevano parlato anzitutto di slopping. Che è un termine con una certa musicalità, quasi simpatico all'orecchio, dietro cui si nasconde però un fenomeno piuttosto preoccupante: fondamentalmente l'ossigeno incontra il carbonio e dalla reazione scaturisce ossido di carbonio che non è esattamente arietta da Alpi svizzere. "L'augurio di Acciaierie d'Italia e Arcelor Mittal alla città di Taranto", l'ha definito sui social l'attore Michele Riondino che all'Ex Ilva ha dedicato il film "Palazzina Laf".
L'azienda ha escluso lo slopping.
Mentre la nube sarebbe allora dipesa da
Sono comunque attesi per i prossimi giorni i risultati del monitoraggio della qualità dell'aria su benzene, PM10, PM2.5, IPAtot, H2S, ozono, NO2 e CO dalle centraline presenti nell'area comunale e nella rete privata di Acciaierie d'Italia.