Cos’è Tusi? Dallo strano colore rosa, questa nuova droga è arrivata nel mercato illegale delle più grandi città italiane.
Dopo i sequestri avvenuti a Roma e Napoli nei giorni scorsi, gli agenti di Polizia della squadra mobile di Genova hanno arrestato un 27enne a Sestri Ponente.
Al giovane incensurato è contestato non solo il possesso della cosiddetta cocaina rosa, ma anche una somma di circa 3 mila euro in contanti probabile provento dello spaccio.
Il nome chimico di questa sostanza è 2C-B, a volte abbreviato in 2C, o 4-bromo-2,5-dimetossi-feniletilamina.
Il termine Tusi deriva invece dalla storpiatura della sua pronuncia in inglese. In alcuni casi è identificata anche come tusibi o tucibi, ma è salita alla ribalta mediatica con il nome cocaina rosa data la sua particolare colorazione.
Venne sintetizzata per la prima volta nel 1974 da Alexander Shulgin, chimico e farmacologo statunitense.
Sebbene il consumo avesse già mostrato effetti psichedelici, si decise di immettere il prodotto sul mercato come medicinale afrodisiaco.
A partire dalla metà degli anni ’70 e per tutta la decade seguente, la 2C-B assunse il nome commerciale Erox e veniva prodotta dalla casa farmaceutica tedesca Drittewelle. Successivamente venne utilizzata anche nel trattamento di malattie psichiatriche.
Tuttavia la presenza di sostanze di tipo psicoattive, poi aggiunte nella lista dei prodotti stupefacenti vietati, portarono al suo definitivo ritiro dal mercato.
Da quel momento la tusi entrò a far parte del mondo illegale della droga. Ad oggi, la 2C-B è vietata in quasi la totalità del mondo. In Italia è stata inserita nella Tabella I del D.P.R. 309/90 e s.m.i. delle Sostanze Stupefacenti e Psicotrope.
A differenza del suo popolare soprannome, la tusi non ha nulla a che fare con la cocaina ed è riconducibile solo in parte alla ricetta originale.
In realtà infatti oggi la tusi è un composto che miscela MDMA, Ketamina, Benzodiazepine, Catinoni, Anfetamine, Oppiodi, LSD e Mescalina.
Il suo utilizzo avviene per forma orale o per inalazione una volta disintegrata in polvere. Viene generalmente confezionata in pasticche della forma di un razzo spaziale. Nella merce confiscata dalle forze dell’ordine italiane la tusi recava la scritta NASA.
La tonalità di un acceso rosa è dovuta all’aggiunta di un additivo colorante rosa.
Il ritorno sul mercato, stavolta come sostanza stupefacente, è attribuibile al cartello messicano e alle bande narcotrafficanti della Colombia.
Negli ultimi decenni la sua assunzione sarebbe molto diffusa nelle manifestazioni rave, mentre alcune tribù sciamaniche del Sudafrica la userebbero in luogo delle tradizionali erbe magiche durante i riti religiosi.
Di recente ha poi fatto il suo avvento nel mercato europeo. Questo tipo di droga sarebbe però destinata ad una clientela particolarmente agiata, in quanto il prezzo per dose si aggirerebbe intorno ai 400 euro. Per questo motivo è comunemente definita una droga da ricchi.
Il meccanismo d’azione all’interno dell’organismo umano non è ancora del tutto chiaro. Ricerche hanno mostrato che la tusi incrementi il livello di dopamina nel cervello.
Il quantitativo di prodotto in grado di generare effetti di tipo psichedelico è intorno ai 15 – 25 mg. Il consumo della tusi altera inizialmente il campo visivo.
La durata e l’intensità degli effetti variano a seconda delle modalità di assunzione. Se si consuma per via orale, la tusi darà sconvolgimenti più moderati ma per una durata più lunga.
In questo caso gli effetti si manifestano però in ritardo rispetto all’assunzione per inalazione. Se aspirata la tusi provoca un’impennata degli effetti in modo repentino. Tuttavia l’inalazione provoca un fortissimo dolore al naso di una durata di circa 5 minuti.
Le conseguenze principali riguardano una diminuzione della capacità visiva e la difficoltà di mantenere la concentrazione. Può insorgere anche sinestesia, ossia l’alterazione dei sensi e la sovrapposizione di essi nella percezione del mondo circostante.
A dosi minori sono confermati gli effetti afrodisiaci, empatici ed emotivi per i quali la sostanza fu commercializzata per la prima volta.
Sopra le dosi indicate, la tusi può provocare forte nausea, diarrea, tremori, spasmi muscolari e allucinazioni intermittenti.
Generalmente meno intense di quelle indotte dall’LSD, le allucinazioni diventerebbero nettamente più potenti quando invece si abusa notevolmente di questo prodotto.
Si arriverebbe ad una vera distorsione della realtà, con la visione di un alone rosso e verde intorno agli oggetti. Al consumatore poi sarebbe sempre più difficile mantenere l’equilibrio e la coordinazione dei movimenti.
Alcuni soggetti hanno poi descritto la profonda sensazione di gelo indotta dalla sostanza e complessità a comunicare verbalmente.
In conseguenza alle intense allucinazioni, si manifesterebbe anche tachicardia, ipertensione e ipertermia.