Il riscatto agevolato della laurea è un procedimento che consente di aumentare la propria anzianità contributiva per andare in pensione anticipatamente: quali sono i costi del 2024?
Riscattare gli anni di studio è molto utile per coprire alcuni degli anni scoperti da contribuzione con quelli passati a studiare, ma comporta alcuni costi, molto onerosi.
Per il 2024, però, ci sono alcune novità molto interessanti sul periodo riscattabile e sui costi. Inoltre, c’è anche una novità molto importante sul riscatto agevolato. Andiamo a vedere quali sono.
Il riscatto della laurea è un procedimento che permette di valorizzare gli anni di studi universitari ai fini pensionistici. È possibile utilizzare questo strumento anche nel 2024, per uscire prima dal lavoro incrementando la propria anzianità contributiva.
Riscattare gli anni di studio comporta anche un altro vantaggio, oltre all’acquisizione dell’anzianità contributiva e l’aumento della propria pensione.
Il contributo è fiscalmente detraibile al 19%, ma solo quando la spesa viene sostenuta per un familiare a carico. Se, invece, il costo viene sostenuto per se stessi, allora la spesa è interamente deducibile.
Quali sono i titoli riscattabili? Si possono riscattare tutti i diplomi di laurea triennale, magistrale, specialistica o a ciclo unico e anche i dottorati di ricerca.
Rimangono fuori, invece, i master pubblici o privati. Inoltre, il Ministero dell’università riconosce anche eventuali titoli di studio equipollenti conseguiti all’estero.
Oltre al riscatto ordinario, per chi ha studiato dopo il 1995, dal 2019 è attiva anche l’opzione del riscatto agevolato, che prevede un costo fisso e inferiore.
Nel 2023, l’onere ammontava a 5700 euro per ogni anno di riscatto agevolato. Per il 2024, si attende la definizione da parte dell’Inps. In questo caso, però, l’onere è lo stesso anche per chi è inoccupato e privo di rapporti di lavoro pregressi.
Il riscatto agevolato, da una parte comporta costi inferiori da sostenere. Dall’altra parte, comporta anche il rischio di assegni decurtati del 20-30%, a causa del metodo contributivo.
Inoltre, si deve anche tenere presente che il massimale annuo comporta l’applicazione di un tetto massimo di retribuzione annua, su cui viene versata la contribuzione del datore di lavoro. Per l’anno 2024, la soglia è fissata a 119.650 euro.
Il riscatto della laurea è stato introdotto nel 1997 e ammette solo la durata legale del corso di studi. Sono esclusi, quindi, gli anni fuori corso.
Il periodo riscattabile va dal 1° novembre dell’anno di immatricolazione al corso di studio fino al 31 ottobre dell’ultimo anno di durata legale prevista dal corso stesso.
È prevista dalla legge anche la possibilità di riscattare solo una parte del titolo di studio, fino al minimo necessario per raggiungere un determinato requisito contributivo utile.
Ci sono diversi metodi per calcolare il riscatto della laurea e varia in base ai diversi casi. Se il periodo da riscattare rientra nel sistema di calcolo retributivo e, quindi, fino al 31 dicembre 1995 o fino al 31 dicembre 2011 con almeno 18 anni di contributi maturati prima del 1996, allora si utilizza il metodo della riserva matematica.
Vi è, poi, il metodo cosiddetto a percentuale, che si applica nel caso in cui il periodo di studio rientri nel sistema pensionistico contributivo, quindi, dopo il 1° gennaio 1996.
Uno dei motivi che, spesso, frena dal richiedere il riscatto della laurea è proprio legato ai costi. L’onere da versare dipende dal periodo in cui è avvenuta la laurea, oltre che dal sistema di calcolo della pensione.
Proprio il sistema di calcolo della pensione ha come discrimine la data del 1° gennaio 1996. Prima di questa data, gli assegni venivano calcolati con il metodo retributivo, dopo con quello contributivo.
In ogni caso, l’onere da versare può essere rateizzato fino a 120 tranches. Le rate devono essere pagate prima del decorso della pensione.