Erano le 21.45 del 13 gennaio 2012 quando, non distante dal porto dell’Isola del Giglio, la grande ed imponente Costa Concordia naufragava: oggi ricorre l’anniversario del triste avvenimento, che è passato alla storia come uno dei più grandi disastri evitabili e causati dall’uomo del 21esimo secolo. Ripercorriamo insieme le tappe di quella tragica sera.
La Costa Concordia era una nave da crociera varata nel 2005 ed utilizzata per offrire indimenticabili vacanze a italiani e stranieri. Oggi però la conosciamo perché è stata la protagonista di una vera e propria strage.
Il 13 gennaio di ogni anno ricorre infatti l’anniversario del suo naufragio. In Italia è stata la nave passeggeri di più grosso tonnellaggio ad aver subito questa triste sorte. Ma che cos’è successo per la precisione?
Come anticipavamo prima, oggi di 12 anni fa, in quella che doveva essere una tranquilla serata, accadde l’inaspettato. Il mezzo, in navigazione da Civitavecchia a Savona per una crociera nel Mediterraneo, a causa di un fatale errore di manovra, urtò un piccolo scoglio de Le Scole, a circa 500 metri dal porto dell’Isola del Giglio, località in provincia di Grosseto, in Toscana.
Lo scafo si squarciò con una ferita di circa 70 metri. Così, subito dopo, la nave iniziò a sbandare verso destra, fino a sommergersi mano a mano. A bordo vi erano migliaia di passeggeri e altri svariate centinaia di persone tra membri dello staff e personale esperto di navigazione.
Nel lasso di tempo tra l’impatto con lo scoglio – che poteva e doveva essere evitato – e l'invio degli adeguati segnali di allarme per i presenti sulla nave furono fatti altri diversi errori. Anche questi si rivelarono fatali.
L’allora capitano della Costa Concordia, Francesco Schettino, tra le altre cose, abbandonò la nave durante le operazioni di salvataggio (e non per ultimo come avrebbe dovuto).
Proprio lui fu subito identificato come principale responsabile del disastro. L’impatto con lo scoglio, lo squarcio e l’inevitabile naufragio si erano verificati proprio per la sua intenzione di rivolgere il cosiddetto saluto all’Isola. Una sorta di inchino della barca che prevedeva l’avvicinamento alla terraferma.
A perdere la vita, per varie motivazioni, furono 32 vittime. Queste, per impedimenti di diverso tipo e altro, non riuscirono a mettersi in salvo. Vi elenchiamo i loro nomi e la loro età.
I sopravvissuti furono circa 4.200. Molti di essi, alcuni dei quali hanno perso amici, genitori e familiari, ancora oggi mantengono viva la memoria di quanto accaduto e portano in giro le loro preziose testimonianze.
Il comandante invece, Schettino, all’epoca dei fatti 51enne, venne processato per omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, naufragio e abbandono di nave. La Cassazione nel maggio del 2017 lo ha condannato in appello a 16 anni di reclusione.