Il commercio elettronico ha rivoluzionato il modo in cui effettuiamo acquisti, portando con sé la necessità di normative adeguate per proteggere consumatori e venditori. Una di queste normative è il diritto di recesso per un acquisto online, un argomento ancora fonte di incertezze per molti.
Il diritto di recesso, o diritto di ripensamento, permette agli acquirenti di annullare un acquisto fatto online entro un termine stabilito, senza dover fornire motivazioni o subire penalità. Stabilito dall'art. 64 del D.Lgs. 206/05 e modificato dal D.Lgs. 21/2014 in seguito alla direttiva 2011/83/UE sui diritti dei consumatori, questo diritto si applica a contratti di compravendita di beni e servizi conclusi a distanza o fuori dai locali commerciali.
Il diritto di recesso è una salvaguardia per i consumatori che acquistano online, offrendo loro la possibilità di restituire prodotti che non corrispondono alle loro aspettative. Regolato dal Codice del Consumo italiano, prevede un periodo di quattordici giorni per recedere da un contratto a distanza senza motivazioni o costi aggiuntivi.
Il consumatore può quindi esercitare il diritto di recesso inviando una comunicazione scritta al venditore entro 14 giorni dalla data di conclusione del contratto o di consegna del bene. Se non adeguatamente informato sul diritto di recesso, il termine si estende fino a 1 anno e 14 giorni. In caso di recesso, il consumatore è tenuto a rispedire il bene "sostanzialmente integro" entro 14 giorni dall’esercizio del diritto.
Le spese per la riconsegna del prodotto sono generalmente a carico del consumatore, a meno che non sia diversamente specificato nell’ordine di acquisto. Il venditore, dal canto suo, deve rimborsare tutti i pagamenti, incluse le spese di consegna, utilizzando lo stesso mezzo di pagamento del cliente, entro 14 giorni dalla notifica di recesso.
Per il diritto di recesso relativo a servizi come Pay Tv, luce, gas, o adsl, sono disponibili moduli precompilati online per facilitare la procedura.
È essenziale per i venditori informare chiaramente i consumatori sulla possibilità di esercitare il diritto di recesso. In caso contrario, gli acquirenti hanno un periodo esteso fino a un anno e quattordici giorni per recedere dall'acquisto.
Ci sono specifiche circostanze in cui il diritto di recesso non si applica, come nel caso di:
Per applicare correttamente il diritto di recesso, è essenziale distinguere tra consumatore e professionista. Il consumatore è definito come la persona fisica che agisce per scopi personali e non professionali. Al contrario, un professionista è chi agisce nell'esercizio della propria attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale.
Il diritto di recesso si applica in modo diverso a seconda che un individuo agisca come consumatore o come professionista. Ciò dipende dallo scopo per cui un bene o un servizio è acquistato. Ad esempio, un avvocato che acquista un computer per uso personale può esercitare il diritto di recesso come consumatore. Tuttavia, se lo stesso avvocato acquista il computer per uso professionale, agisce come professionista e non può esercitare il diritto di recesso.
In situazioni ambigue, dove non è chiaro se l'acquisto sia stato effettuato per scopi professionali o personali, può sorgere confusione. Per esempio, se una persona si iscrive a una "tariffa per aziende professionali", ma agisce effettivamente come consumatore privato, può sorgere il quesito se sia applicabile il diritto di recesso. In questi casi, si considerano gli elementi forniti al momento dell'acquisto, come la partita IVA o altri dati aziendali.
A ogni modo, in caso di controversia sulla qualifica dell'acquirente come consumatore o professionista, spetta al giudice valutare le circostanze specifiche e decidere se il diritto di recesso sia applicabile.