Nel 2024, l'Italia si prepara per un importante appuntamento elettorale, quello delle elezioni amministrative, che vedrà coinvolti 3.708 comuni in un evento che coinciderà con le elezioni europee. Le votazioni si terranno l'8 e il 9 giugno, con un turno di ballottaggio programmato per il 23 e 24 giugno. Le regioni coinvolte includono quelle a statuto ordinario, oltre al Friuli Venezia Giulia, la Sardegna e la Sicilia. Altri appuntamenti elettorali si terranno anche in Valle d'Aosta il 19 maggio e in Trentino-Alto Adige il 26 maggio.
Tra i comuni coinvolti, 29 sono capoluoghi di provincia, inclusi 6 capoluoghi di regione, che rappresentano una significativa sezione trasversale dell'Italia, da nord a sud. I comuni al voto rappresentano il 47,1% del totale dei comuni italiani, con una distinzione tra comuni con più di 15.000 abitanti, considerati "superiori", e quelli con una popolazione inferiore, definiti "inferiori". La soglia per i comuni superiori nella Provincia autonoma di Trento è fissata a 3.000 abitanti, basata sulla popolazione legale risultante dal Censimento 2021.
Le città di Ascoli Piceno, Avellino, Bari, Bergamo, Biella, Cagliari, Caltanissetta, Campobasso, Cesena, Cremona, Ferrara, Firenze, Forlì, Lecce, Livorno, Modena, Pavia, Perugia, Pesaro, Pescara, Potenza, Prato, Reggio Emilia, Rovigo, Sassari, Urbino, Verbania, Vercelli e Vibo Valentia sono tra i capoluoghi di provincia che parteciperanno a questo turno elettorale. In particolare, Cesena e Urbino vivranno la loro prima tornata elettorale da quando sono stati ufficialmente riconfermati come capoluoghi di provincia.
Durante il periodo elettorale, dal decreto di indizione dei comizi elettorali fino al giorno delle elezioni, i consigli comunali sono limitati nell'adozione di atti amministrativi, potendo approvare solo quelli urgenti e improrogabili. Questa disposizione è stata ribadita dal Ministero dell'Interno per garantire la correttezza e l'imparzialità del processo elettorale. Inoltre, è vietata qualsiasi forma di comunicazione istituzionale non essenziale al normale svolgimento delle funzioni amministrative, al fine di evitare influenze sul voto elettorale.
Queste elezioni non solo determinano le amministrazioni locali, ma andranno anche a riflettere la volontà popolare in un contesto più ampio, influenzando la politica regionale e nazionale. Infatti, i risultati di queste elezioni potrebbero avere un impatto significativo sulla composizione politica delle regioni e sull'interazione tra i governi locali e il governo centrale, specialmente in un anno in cui si vota anche per il Parlamento europeo. Questo rende le Elezioni Amministrative 2024 un evento estremamente importante per l'Italia, anche se la minaccia di un astensionismo alle stelle è molto concreta.
Per facilitare la presentazione delle liste elettorali, gli uffici elettorali di tutti i comuni interessati saranno aperti in maniera continua nei giorni 30 aprile e 1° maggio 2024. Questo permetterà ai partiti e ai candidati di finalizzare le loro candidature senza intoppi. In aggiunta, gli uffici saranno accessibili anche il 27 e 28 aprile durante le ore antimeridiane, e il 29 aprile anche nel pomeriggio, con orari che verranno comunicati pubblicamente per assicurare trasparenza e accessibilità.
Una recente legge, il decreto-legge 29 gennaio 2024 n. 7, convertito con modificazioni dalla legge 25 marzo 2024 n. 38, ha introdotto significative innovazioni normative per assicurare un'efficace coordinazione e attuazione degli adempimenti elettorali. Tra le novità più rilevanti, si segnala l'aggiornamento delle procedure di voto, che includono ora la possibilità di estendere le operazioni di voto al lunedì successivo alla domenica delle elezioni, come già sperimentato nell'anno precedente.
Le elezioni si terranno:
Eventuali ballottaggi sono programmati per il 23 e 24 giugno 2024.
Il decreto-legge ha anche rivisto le norme relative alla carica dei sindaci e alla composizione dei consigli comunali. Per esempio, è stato aumentato il numero di mandati consecutivi ammessi per i sindaci dei comuni con una popolazione fino a 15.000 abitanti. Per i comuni più piccoli, con meno di 5.000 abitanti, non esiste più un limite al numero di mandati, mentre nei comuni con più di 15.000 abitanti, il limite rimane fissato a due mandati.