Roma, spunta la proposta del rincaro delle tariffe dei trasporti. Ecco come la proposta si inserisce in un contesto di crescente pressione finanziaria.
Recentemente, la regione Lazio ha avanzato una proposta per l’aumento delle tariffe dei mezzi pubblici a Roma, mirata esclusivamente ai non residenti. Questo provvedimento, presentato dall'assessore ai Trasporti Fabrizio Ghera, punta ad aumentare il costo del biglietto singolo da 1,50 euro a 2,50 euro per coloro che non risiedono nella capitale, lasciando invariato il prezzo per i residenti.
La proposta si inserisce in un contesto di crescente pressione finanziaria sul settore del trasporto pubblico locale, accentuata dall’aumento dei costi operativi come carburante e manutenzione, aggravati dall’immobilità delle tariffe che non sono state riviste da più di vent’anni. L’obiettivo principale di questa misura è risanare un deficit stimato intorno ai 22 milioni di euro nei bilanci dell’ATAC, l'azienda che gestisce i trasporti pubblici nella Capitale, e garantire un incremento delle risorse destinate al Fondo Nazionale Trasporti, che dovrebbe passare da 240 a 250 milioni di euro l’anno.
Questa proposta segue il modello già adottato dalla città di Venezia, che ha imposto tariffe maggiorate per i turisti, un segmento percepito come meno sensibile all'aumento dei prezzi rispetto ai residenti. Tuttavia, la misura si inserisce in un dibattito più ampio sulla sostenibilità del trasporto pubblico nelle grandi città italiane.
Roma, come molte altre metropoli del Paese, affronta una grave carenza infrastrutturale e un’inadeguata capacità di far fronte alla crescente domanda di mobilità urbana. Secondo un rapporto di Legambiente, l’Italia è tra i peggiori paesi europei per dotazioni di metro e tranvie, con soli 256 km di linee metropolitane, un numero significativamente inferiore rispetto a paesi come la Spagna o la Germania.
Le autorità regionali intendono anche preservare le agevolazioni per eventi speciali come il Giubileo del 2025, durante il quale pellegrini e partecipanti agli eventi religiosi potranno acquistare i biglietti a un prezzo fisso di 1,50 euro, indipendentemente dalla loro residenza. Nonostante ciò, alcuni esponenti politici, come i consiglieri di Italia Viva, hanno suggerito di rimandare l’implementazione di queste modifiche tariffarie fino a dopo il Giubileo, per non scoraggiare i visitatori durante un evento di rilevanza globale.
Il cammino verso l’approvazione definitiva della proposta prevede il confronto con i sindacati e l’approvazione del Consiglio regionale. Tuttavia, il contesto politico è incerto e la sua attuazione richiederà diversi mesi, soprattutto per l’aggiornamento dei software necessari per l’applicazione delle nuove tariffe ai tornelli e ai dispositivi dei controllori. Il progetto, quindi, sarà sottoposto a una serie di verifiche tecniche e politiche prima di poter essere definitivamente adottato.
Le reazioni alla proposta sono state contrastanti. Da un lato, chi sostiene la misura la vede come un passo necessario per affrontare i problemi finanziari cronici del sistema di trasporto pubblico di Roma, che si trova a fronteggiare un deficit che rischia di compromettere la qualità e la disponibilità del servizio.
Dall’altro lato, ci sono preoccupazioni su come l’aumento delle tariffe possa impattare l’accessibilità del trasporto pubblico, specialmente per i lavoratori pendolari e i visitatori non residenti che viaggiano regolarmente nella capitale per motivi di lavoro.
Uno dei punti più discussi riguarda la possibile discriminazione economica che potrebbe emergere nei confronti dei non residenti. Se da un lato è comprensibile l’intento di proteggere i residenti da ulteriori aumenti, dall'altro la misura potrebbe scoraggiare turisti e pendolari, che già devono far fronte a costi elevati per soggiornare e lavorare nella città.
Il confronto con il modello Venezia evidenzia anche il rischio che l'aumento delle tariffe possa incidere negativamente sull'immagine di Roma come destinazione turistica accessibile, con potenziali ripercussioni economiche più ampie per il settore del turismo e dei servizi.