24 Jan, 2025 - 11:05

È possibile l'erogazione dei fringe benefit su carta prepagata? La risposta dell'Agenzia delle entrate

È possibile l'erogazione dei fringe benefit su carta prepagata? La risposta dell'Agenzia delle entrate

L’Agenzia delle entrate, con la risposta a un interpello di una società, chiarisce la materia dei fringe benefit erogata tramite una carta di debito nominativa.

La legge di bilancio del 2024 ha innalzato i limiti dei fringe benefit a 1000 euro e a 2000 euro. La loro erogazione può avvenire anche tramite documenti di legittimazione, in formato cartaceo o elettronico, riportanti un valore nominale.

Vediamo, quindi, se possono essere erogati anche tramite una carta prepagata, in base alle delucidazioni fornite dall’Agenzia delle entrate.

Si possono erogare i fringe benefit tramite una carta prepagata?

Una società ha posto un quesito all’Agenzia delle entrate sui fringe benefit. L’istante vuole adottare un piano di welfare aziendale che preveda l’erogazione dei fringe benefit tramite una carta prepagata.

La società, nella domanda, precisa che la carta in questione potrebbe essere utilizzata solo presso i fornitori individuati e per l’acquisto di beni o servizi messi a disposizione dal datore di lavoro. Si tratterebbe, inoltre, di una carta utilizzabile unicamente dal lavoratore: pertanto, non potrebbe essere ceduta a terzi.

Con la risposta n. 5 all’interpello, del 15 gennaio 2025, l’Agenzia delle entrate fornisce tutti i chiarimenti e le delucidazioni necessarie.

L’Ente ritiene che le agevolazioni fiscali sui fringe benefit possano essere applicate anche nel caso in cui le somme vengano erogate cumulativamente tramite una carta prepagata.

In questo contesto, il voucher cumulativo può comprendere una varietà di beni, la cui selezione è possibile anche tramite un rinvio a una lista presente su una piattaforma elettronica, dalla quale il dipendente può scegliere liberamente gli articoli da inserire nel "carrello della spesa".

Quando sono detassati?

L’Agenzia delle entrate ricorda che non concorre a formare il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati fino a 258,23 euro.

Fa presente, altresì, che l'erogazione di beni, prestazioni, opere e servizi da parte del datore di lavoro può avvenire mediante documenti di legittimazione, in formato cartaceo o elettronico, riportanti un valore nominale.

Il vincolo di spesa relativo ai fringe benefit ha subito modifiche significative negli ultimi periodi d’imposta. La Legge di Bilancio 2024 ha introdotto una novità importante per l’anno fiscale 2024: entro un limite complessivo di 1000 euro, non concorrono a formare il reddito dei lavoratori dipendenti i valori dei beni ceduti, dei servizi prestati e delle somme erogate o rimborsate dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche, le spese per l'affitto della prima casa o gli interessi sul mutuo per la prima casa.

Inoltre, per le categorie di lavoratori con figli, il limite di esenzione è stato innalzato a 2.000 euro, offrendo un ulteriore vantaggio per chi ha oneri familiari.

Infine, fa presente che i documenti possono essere utilizzati solo dal titolare. Di conseguenza, non possono essere ceduti a terzi e neppure monetizzati. Quindi, la carta di debito assegnata ai lavoratori dipendenti può essere considerata un documento di legittimazione a tutti gli effetti.

La carta che il datore di lavoro intende riconoscere ai dipendenti sarà soggetta a specifici limiti. In particolare, non sarà convertibile in denaro tramite prelievo o versamento di contante. Inoltre, sarà una carta nominativa, utilizzabile esclusivamente dal dipendente titolare, che potrà accedervi solo tramite PIN personale o riconoscimento biometrico. La carta non sarà trasferibile a terzi né commerciabile.

Quali sono stati gli altri chiarimenti dell’Agenzia delle entrate

Nella risposta all’interpello, infine, l’Agenzia delle entrate fornisce altri chiarimenti utili.

In deroga alla regola che stabilisce che i voucher devono essere utilizzati per l’acquisto di un singolo bene, servizio o prestazione per l’intero valore nominale, si ricorda che è consentito che i fringe benefit possano essere indicati cumulativamente in un unico documento di legittimazione, a condizione che il valore totale non superi il limite stabilito dalla normativa vigente.

Per riassumere

L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che i fringe benefit possono essere erogati tramite una carta prepagata nominativa, se utilizzata esclusivamente dal dipendente per acquistare beni o servizi offerti dal datore di lavoro.

La Legge di Bilancio 2024 ha aumentato i limiti esentasse dei fringe benefit a 1000 euro e 2000 euro per i lavoratori con figli. Tali benefici non concorrono a formare il reddito se il valore non supera i 258,23 euro.

La carta prepagata non può essere ceduta a terzi o convertita in denaro, e il dipendente può utilizzarla solo tramite PIN o riconoscimento biometrico. I benefici possono essere cumulati su un unico documento, sempre entro i limiti previsti.

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Sara Bellanza
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