Si torna a parlare dell'uscita dell'Italia dall'Unione Europea. Domani, 8 febbraio 2025, si terrà a Roma una manifestazione da parte del partito Sovranità Popolare per chiedere l'uscita dell'Italia dall'Ue. La questione da sempre divide l'opinione pubblica e politica. Oggi l'euroscetticismo e la voglia di mettere in pratica un Italexit - questo il nome del corrispettivo della Brexit - è diminuita rispetto al passato ma resta viva.
Da un lato, c'è chi sostiene che l'UE non abbia tutelato adeguatamente l'Italia. Dall'altro, chi vede l'Unione come un'ancora di salvezza di fronte a crisi come quella del Covid 19. Sta di fatto che oggi è impensabile ragionare su un'uscita dall'Ue nella più classica delle sue accezioni: il governo Meloni non sembra intenzionato a lasciare l'Unione europea.
Non è neanche lontanamente immaginabile un'uscita dall'Ue, almeno per ora. Negli ultimi anni, il governo Meloni ha lavorato per un migliore rapporto con Bruxelles nonostante in passato ci siano stati attriti tra Fratelli d'Italia e le politiche europee.
Negli ultimi anni, il dibattito sull'uscita dell'Italia dall'Unione Europea, comunemente noto come "Italexit", ha avuto molta attenzione nonostante un calo con l'arrivo della pandemia. Il tema nasce dall'Italexit ritengono che l'Italia avrebbe maggiore controllo sulla propria economia, senza i vincoli imposti da Bruxelles.
Secondo i sovranisti, un'uscita consentirebbe di recuperare la sovranità monetaria, abbandonando l'euro e tornando alla moneta nazionale. Una scelta che avrebbe impatti anche sulle politiche economiche del Paese che non dovrebbe tenere più conto di un serie di accordi stretti in passato. Una possibilità di autodeterminarsi per l'Italia che viene vista come il pieno rispetto della sovranità nazionale.
Esistono tuttavia una serie di problemi che potrebbero derivare dalla separazione dall'UE. Tra le principali problematiche emergerebbe una crisi economica e finanziaria, poiché l'uscita dall'euro porterebbe a una forte svalutazione della nuova moneta nazionale, con effetti negativi su inflazione, debito pubblico e potere d'acquisto. La perdita dell’accesso al mercato unico, nonostante le politiche di buon vicinato di Bruxelles, penalizzerà le esportazioni e porterà a un aumento del costo delle importazioni.
Il paragone con la Brexit è inevitabile, ma il caso italiano sarebbe comunque differente. L'Italia ha adottato l'euro a differenza di Londra, il che renderebbe molto più complesso il processo di uscita. Inoltre, mentre il Regno Unito ha sempre mantenuto una posizione in qualche modo euroscettica, l'Italia ha beneficiato negli ultimi ottant'anni di finanziamenti europei e di politiche comunitarie a sostegno dell'economia.
Se l'Italia decidesse di lasciare l'Ue, il percorso risulterebbe lungo e complesso. Il primo passo è un referendum popolare che a oggi non otterrebbe sostegno, seguito da negoziazioni con Bruxelles per stabilire i termini dell'uscita. Durante questo periodo, l'incertezza economica potrebbe aumentare e riflettersi sui mercati e generare tensioni politiche interne.
L'uscita dall'UE avrà poi impatto sull'economia italiana nel medio e lungo periodo. Un'eventuale svalutazione della moneta che sostituirà l'euro potrebbe inizialmente favorire le esportazioni, ma renderebbe più costosi i beni di prima necessità, aumentando il costo del debito. A questo bisogna sommare la perdita dei fondi europei che avrebbe un impatto negativo su settori chiave come agricoltura, ricerca e infrastrutture.
Non è possibile ipotizzare ulteriori scenari in caso di uscita dell'Italia dall'Europa ma i dati consegnano un quadro chiaro: il percorso sarà lungo e con impatti significativi sull'economia italiana. Un'uscita, per ora lontana vista anche la fiducia degli italiani nelle istituzioni europee, non significherebbe la fine delle relazioni con altri Stati vicini. Ipotesi per ora lontane nonostante l'astensionismo alle scorse europee.
Diminuzione dell’interesse per l’Italexit: Sebbene il partito Sovranità Popolare manifesti a favore dell'uscita dall'UE, l’euroscetticismo è calato rispetto al passato, e il governo Meloni non sembra intenzionato a lasciare l’Unione.
Pro e contro dell’uscita dall’UE: I sovranisti vedono nell'Italexit un'opportunità per riacquistare sovranità economica e monetaria, mentre gli oppositori temono crisi economica, svalutazione della moneta, aumento dell'inflazione e perdita dei fondi europei.
Un processo lungo e complesso: Anche qualora si volesse uscire, il percorso sarebbe difficile, richiedendo un referendum e lunghe negoziazioni con Bruxelles, con potenziali impatti negativi sui mercati e sull’economia italiana.