Una mostra sulle foibe scatena il caos tra gli europarlamentari di Fratelli d'Italia e gli esponenti socialisti della Croazia e della Slovenia. L'esposizione, messa in occasione della Giornata del Ricordo, ripercorreva le tappe dell'esodo giuliano-dalmata ed è stata contestata da nove eurodeputati provenienti dai territori dell'ex Jugoslavia. Gli esponenti socialisti hanno segnalato alla presidente dell'Europarlamento Roberta Metsola che la mostra all'interno della sede di Strasburgo era "non veritiera" e ne hanno chiesto l'annullamento.
Nella lunga lettera viene esposta la versione dei fatti storici relativi alla liberazione delle aree jugoslave da parte dei partigiani di Josip Tito. Si può leggere che la questione dell'esodo giuliano-dalmata è portata avanti da un "piccolo gruppo di individui" che altro non vuole se non dividere il Parlamento europeo.
Fratelli d'Italia non ci sta e risponde ai nove eurodeputati croati e sloveni dicendo che cercare di cancellare quello che è accaduto in Istria e Dalmazia costituisce un pericoloso precedente. Il partito della presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ribadito l'importanza della riconciliazione e della memoria relativa ai fatti storicamente avvenuti.
Lunedì 10 febbraio ricorreva l'anniversario della Giornata del Ricordo, ricorrenza nella quale si ricorda l'eccidio degli italiani nei territori jugoslavi tra il 1943 e il 1945 a opera dei partigiani del presidente Josip Tito. La celebrazione della Giornata del Ricordo è considerata quasi sacra dal centrodestra e in particolare da Fratelli d'Italia che, in questa occasione, ha voluto inaugurare un'esposizione sull'esodo giuliano-dalmata che ha coinvolto tra le 250mila e le 350mila persone.
Il fenomeno ha visto coinvolte molte persone di origine italiana che sono state cacciate dall'area jugoslava e costrette a emigrare verso ovest. Il processo è andato avanti dal 1943 fino al 1956, quindi anche successivamente alla Seconda Guerra Mondiale. Furono uccise nelle foibe tra le 3000 e le 5000 persone, anche se secondo alcuni dati si sarebbero superate le 11mila vittime. L'obiettivo della Giornata del Ricordo è commemorare l'esodo e l'eccidio degli italiani, condannare le violenze imputate al regime comunista jugoslavo ma anche promuovere la riconciliazione fra popoli.
Non tutti però condividono il punto di vista di Fratelli d'Italia. A opporsi alla mostra e alla narrazione portata avanti dalla destra italiana ci sono almeno nove eurodeputati socialisti di Croazia e Slovenia, che fino a trentacinque anni fa facevano parte dell'ex Jugoslavia. In una lunga lettera, i membri dell'Europarlamento hanno ribadito che i contenuti della mostra presentano disprezzo per i fatti avvenuti e forniscono una rappresentazione non veritiera ed estremamente dannosa:
A cosa si riferiscono i nove eurodeputati? Ai crimini di guerra compiuti dai soldati italiani tra il 1941 e il 1943. Le vittime jugoslave durante le azioni militari, l'occupazione del territorio e la resistenza sono state decine di migliaia: secondo diverse fonti si sarebbero raggiunti i 30mila-40mila morti, cifra che non è stata però mai confermata poiché la storiografia riguardo questo argomento è ancora in evoluzione.
Fratelli d'Italia non ci sta e replica ai colleghi croati e sloveni del Parlamento europeo. Il capodelegazione del partito di Giorgia Meloni, Carlo Fidanza, ha detto che la richiesta di annullare la mostra è una pagina buia della storia:
È stato rimarcato anche il valore della riconciliazione, del quale la mostra, a detta degli esponenti di Fratelli d'Italia, si fa portatrice. La questione non è rimasta ferma al Parlamento europeo ma è arrivata anche in Italia grazie ai capigruppo di Fratelli d’Italia a Camera e Senato, Galeazzo Bignami e Lucio Malan, che oggi hanno spiegato:
Gli esponenti di Fratelli d'Italia promettono che non lasceranno cadere la memoria nell'oblio. Non resta che attendere la risposta della presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola per conoscere il futuro della mostra voluta dal partito di Meloni.
La mostra e la contestazione: Fratelli d'Italia ha organizzato una mostra fotografica al Parlamento europeo per commemorare l'esodo giuliano-dalmata e le vittime delle foibe. Nove eurodeputati socialisti di Croazia e Slovenia hanno contestato l'esposizione, definendola "non veritiera" e chiedendone la rimozione.
Le diverse versioni storiche: I deputati croati e sloveni sostengono che la mostra ignori i crimini di guerra commessi dall'Italia tra il 1941 e il 1943 e distorca la storia, mentre Fratelli d'Italia accusa i contestatori di voler negare le atrocità subite dagli italiani sotto il regime di Tito.
Lo scontro politico e l'attesa decisione: Il partito di Giorgia Meloni difende la mostra e ribadisce l'importanza della memoria e della riconciliazione. La questione ora è nelle mani della presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, che dovrà decidere il futuro dell'esposizione.