Diventare la più longeva leader della storia del Partito Democratico. Elly Schlein non nasconde il suo obiettivo durante un'intervista al Caffè di Domenica su Radio24 e spiega che nei prossimi anni punta a restare alla guida del partito di centrosinistra e a indirizzarlo verso possibili successi elettorali. Dal 12 marzo 2023, giorno in cui Schlein è diventata segretaria del PD, sono passati 707 giorni e, nel breve periodo, potrebbe superare il terzo segretario più longevo dal 2007: l'ex presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.
In media, un segretario del PD resta in carica circa 577 giorni, poco meno di due anni. Oltre a Zingaretti, capace di guidare i dem per 718 giorni, hanno fatto eccezione Pierluigi Bersani e l'attuale segretario di Italia Viva, Matteo Renzi. Mentre il primo è rimasto in carica per ben 1271 giorni – dal 2009 al 2013 – il secondo ha guidato il PD dal 2013 al 2017, prima di lasciare il partito e fondare Italia Viva.
Il desiderio di Schlein di diventare una leader longeva non può essere visto banalmente solo come un'ambizione personale. Dalla sua nascita nel 2007, il PD ha avuto dodici leader diversi: un chiaro segnale di un partito che fatica a trovare la propria identità nella scena politica italiana, anche a causa delle numerose correnti interne.
Sono passati quasi due anni dalle primarie che hanno portato il Partito Democratico nelle mani di Elly Schlein. L'ex vicepresidente della Regione Emilia-Romagna ha vinto il confronto interno al partito contro il più esperto Stefano Bonaccini e, dopo una prima fase ricca di critiche, ha saputo dimostrarsi all'altezza dell'incarico. Il mese prima dell'elezione di Schlein, il centrosinistra aveva registrato una pesante sconfitta nel Lazio e una seconda – più prevedibile – in Lombardia.
Non sono andate meglio le successive elezioni in Friuli-Venezia Giulia, Molise e nella provincia autonoma di Trento, tutte vinte dal centrodestra. Si iniziava a dubitare dell’"effetto Schlein". Solo nel 2024 il PD è riuscito a giocare un ruolo fondamentale nelle regionali in Sardegna, Emilia-Romagna e Umbria, riguadagnando consensi e tornando alla guida del "campo largo", fino a quel momento assegnato al più carismatico leader pentastellato Giuseppe Conte.
Il 2025 sarà un anno cruciale per verificare la tenuta della leadership di Schlein: le sei elezioni regionali in Toscana, Campania, Puglia, Marche, Valle d'Aosta e Veneto saranno decisive per consolidare il suo ruolo sia nel PD che nell’alleanza di centrosinistra. A questo si aggiunge la necessità di portare avanti un "piano anti-Meloni" per proporre un'alternativa di governo: su questo fronte, la segretaria ha già delineato i punti cardine del futuro campo largo.
Dal 2007 a oggi, il segretario più longevo della storia del Partito Democratico è Matteo Renzi. Scelto nel 2013, l'ex presidente del Consiglio è rimasto leader del PD fino al 2017, quando ha lasciato l'incarico dopo la sconfitta nel referendum costituzionale. Renzi ha poi continuato a guidare il partito fino al 2018, per un totale di 1479 giorni.
Qualche anno prima, Pierluigi Bersani aveva guidato il PD dal 2009 al 2013 per 1271 giorni. Ora Schlein punta a superare l'ex leader dem, avvicinandosi sempre di più ai suoi predecessori più longevi.
Nella storia del Partito Democratico si sono susseguiti dodici segretari, con una durata media in carica di circa 577 giorni, poco più di un anno e mezzo. L'obiettivo di Schlein non è solo quello di diventare la leader più longeva, ma anche di unire le diverse anime del partito. Finora la sua segreteria non sembra essere in discussione, ma qualche segnale di malumore interno è già emerso.
Un mese fa, l'area cattodem si è riunita a Milano per discutere di diversi temi e alcuni esponenti, come Dario Franceschini e Graziano Delrio, hanno lanciato un chiaro appello a Elly Schlein. Ancora una volta, le correnti rischiano di minare la stabilità del partito, e mantenere l’equilibrio interno potrebbe rivelarsi la sfida più complessa per la segretaria.
Leadership e stabilità: Elly Schlein punta a diventare la segretaria più longeva del PD, ma la vera sfida sarà consolidare una linea politica chiara e unire le diverse correnti del partito.
Sfide elettorali e ruolo nel centrosinistra: Il 2025 sarà cruciale con sei elezioni regionali che determineranno la tenuta della sua leadership e il peso del PD nel campo largo.
Coesione interna e futuro del partito: Le tensioni tra le correnti, come quella catto-dem, rappresentano un rischio per la stabilità del PD; Schlein dovrà gestire il dibattito interno per costruire un partito più forte e competitivo.