Da quanto tempo il centrosinistra non avanzava l'ipotesi di introdurre la patrimoniale, la tassa sui patrimoni dei ricchi? Da troppo, evidentemente. Perché a rompere il digiuno, l'altro giorno, ci ha pensato uno dei leader di Avs, Nicola Fratoianni: "Basta, è tempo che i super ricchi paghino quel che è giusto, con un'imposta patrimoniale".
Oh, e vai: chissà se un Fratoianni così ringalluzzito abbia maggior fortuna dei vari Bertinotti, D'Alema, Bersani, Zingaretti, Cecilia Strada, Enrico Letta, solo per citarne alcuni che, nel corso degli anni, alla fatidica domanda "dove prendiamo i soldi?" hanno risposto tutti sempre la stessa cosa: "Con la patrimoniale".
E insomma: tutti l'hanno evocata ma nessuno l'ha fatta, la patrimoniale. Evidentemente, è più facile a dirsi che a farsi mettere una bella tassa, una tantum o sistematica, sui ricchi. Eppure, la Costituzione "più bella del mondo", all'articolo 53, parla chiaro:
Il messaggio è chiaro: chi più ha, più metta. Poi, certo giustamente, Olof Palme faceva presente che anche da sinistra bisogna combattere la povertà, non la ricchezza. Ma dalla sinistra italiana, la patrimoniale è sempre stata vista, più che come una tassa, come una rivincita, anzi, una vendetta sociale, un mezzo di lotta di classe, una clava, un forcone, un patibolo dove impiccare chi è colpevole del (gravissimo) reato di ricchezza.
E insomma: nel 2007 chi se lo dimentica quel mitico manifesto di Rifondazione Comunista?
La semi citazione era riferita a una delle prime telenovelas che spopolarono in Italia negli anni Ottanta sui canali privati, "Anche i ricchi piangono": milioni di telespettatori, telespettatrici soprattutto, che volevano proprio capire come facessero anche i ricchi a piangere: con le lacrime artificiali?
E comunque, al di là delle facili ironie: la storia della patrimoniale in Italia, in realtà, se si vuole riavvolgere il nastro indietro al tramonto della Prima Repubblica, paradossalmente, è iniziata con un successo. Nella notte tra il 9 e il 10 luglio 1992, il premier socialista Giuliano Amato, zitto zitto, prelevò il 6 per mille dai conti correnti degli italiani. Hai visto il dottor Sottile? Per dirla come Elly Schlein e i suoi, nessuno lo vide arrivare: la fece sotto gli occhi di tutti. Sarà per questo, però, che ora, ogni qual volta si torna a parlare di patrimoniale, quasi come un riflesso condizionato, all'italiano medio viene da farsi la croce.
Tanto è vero che, negli anni, di convinti-convinti della patrimoniale alla Fratoianni, anche nel centrosinistra ce ne sono sempre meno. Piccola carrellata di verifica:
Elly Schlein:
Giuseppe Conte:
(da notare che da premier aveva detto: "Con il mio governo, non ci sarà mai la patrimoniale")
Cecilia Strada:
Maurizio Landini:
A Enrico Letta, invece, venne in mente quando era segretario del Partito Democratico:
Ma, compreso nel suo caso, non se n'è fatto mai niente: tutti Robin Hood falliti.
Così oggi, Matteo Salvini, dopo averle prese per i ritardi dei treni, dopo averle buscate da Giorgia Meloni, dopo averle subite dai Fratelli d'Italia nelle loro chat, oggi, sui social, ha potuto prendere anche lui una boccata d'ossigeno:
Il leader della Lega ha potuto rilanciare anche la sua pace fiscale: per lui, meno male che la patrimoniale, ogni tanto, c'è.