Dallo scorso mercoledì 19 febbraio, su Rai Due, è ripresa la serie televisiva incentrata sul personaggio di Rocco Schiavone. La sesta stagione del vicequestore cui presta il volto l'attore Marco Giallini è stata annunciata piena di misteri, tensione e malinconica ironia.
A ben vedere, tre ingredienti che descrivono alla perfezione anche l'attuale stato del centrosinistra. Tant'è che due big dell'attuale maggioranza, il capogruppo in Senato di Forza Italia Maurizio Gasparri e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio in quota Fratelli d'Italia Alfredo Mantovano, hanno già eletto il personaggio frutto della fantasia letteraria di Antonio Manzini a vero leader della sinistra.
Ma perché fa più paura Rocco Schiavone che Elly Schlein, un personaggio di una fiction più che la leader dell'opposizione? Beh, questo lo si dovrebbe chiedere a Gasparri e Mantovano. Ma la cosa non è sfuggita al critico televisivo Aldo Grasso il quale, sulle pagine del Corriere della Sera di venerdì scorso, l'ha messa così.
Il motivo è stato presto detto.
Insomma: per farla breve, come direbbe proprio Schiavone, trattasi di "rotture di coglioni di decimo livello".
E come sempre in Italia in questi casi, già si è finiti a carte bollate. Sta di fatto che l'Agcom ha archiviato l'accusa mossa contro la Rai precisando ciò che era sotto gli occhi di tutti fin dal primo momento: Rocco Schiavone è un personaggio letterario. Di conseguenza, la crociata di Gasparri e Mantovano è stata mossa un po' contro i mulini a vento.
E comunque: i due esponenti di Forza Italia e Fratelli d'Italia si sono dimostrati preoccupati che i messaggi trasmessi dalla tv "siano assimilati in modo passivo e automatico dal pubblico", per dirla con Grasso. Il quale, invece, si è sentito di rassicurare tutti giurando che non si corre alcun pericolo: chi guarda la tv da casa è ben cosciente del fatto che sta seguendo una fiction.
La teoria della "siringa ipodermica" secondo la quale la tv ha un influsso diretto su chi la guarda è stata ampiamente smentita, secondo il critico televisivo.
Sarà. Ma la politica, in ogni caso, vede sempre con un occhio particolare ciò che passa in tv. Soprattutto se quella tv è di Stato.
Per questo Gasparri e Mantovano considerano, al momento, più pericoloso Schiavone che Schlein. Anche perché l'attuale segretaria del Partito Democratico sembra, tutto sommato, volersi tenere un po' alla larga dal dibattito pubblico più infuocato.
Questa mattina, all'alba, ha preso parte alla veglia sulla spiaggia di Steccato di Cutro, luogo del naufragio dei migranti di due anni fa. Ha voluto esserci per dare più valore al ricordo delle vittime e chiedere giustizia, non solo attraverso la commemorazione, ma con un richiamo diretto alle istituzioni affinché si assumano le proprie responsabilità.
Ma, per la destra al potere, anche questa mossa sembra destinata a lasciare il tempo che trova. Gli occhi della maggioranza, più che sulla tragica realtà di Cutro, sono puntati sulla prossima puntata di una fiction.