26 Feb, 2025 - 18:48

Musk scatena il caos: la sua frenesia nei tagli rischia di mandare in tilt l’agenda di Trump

Musk scatena il caos: la sua frenesia nei tagli rischia di mandare in tilt l’agenda di Trump

L'entrata in scena di Elon Musk nell'amministrazione degli Stati Uniti, come potente alleato di Donald Trump, ha portato con sé una serie di tagli drastici alle spese pubbliche, suscitando preoccupazioni tra i cittadini e innescando controversie legali. La sua visione di un governo più snello potrebbe avere conseguenze impreviste, mettendo a rischio non solo l’efficacia del programma di Trump, ma anche il sostegno popolare verso il tycoon.

Il potere di Musk nella politica statunitense

L'uomo più ricco del mondo possiede il potere di tagliare i costi della spesa pubblica degli Stati Uniti. Non è stato eletto né fa parte della classe politica, ma il Dipartimento per l'Efficienza Governativa (DOGE) è stato costruito per dargli un ruolo fatto su misura per lui, per portare avanti la sua missione di stravolgere la burocrazia tramite i tagli.

Pur non facendo parte ufficialmente del governo federale, Elon Musk è il più vicino alle fila di Donald Trump ed è stato uno dei suoi più grandi sostenitori aiutandolo concretamente ad essere rieletto. Con una "motosega contro la burocrazia" nelle mani, Musk segue un approccio simile a quello del presidente argentino Javier Milei su tagliare la spesa del governo. Licenziamenti, chiusure e battaglia contro la corruzione sono diventati i tratti distintivi dello scenario politico statunitense dopo l’insediamento di Donald Trump il 20 gennaio.

Le prime difficoltà per l’agenda di Trump

A poche settimane dall'inizio del suo mandato, però, Musk sta già generando segnali d’allarme per il programma politico del secondo mandato presideziale di Trump. L'amministrazione repubblicana sta già affrontando diverse contestazioni legali relative agli ordini esecutivi emessi in vari settori, come cittadinanza e immigrazione, che fanno segnare un deciso cambio di rotta rispetto alle politiche precedenti.

In più, i tagli previsti di Musk continuano a sollevare ulteriori dibattiti nel paese. Un giudice ha emesso un'ingiunzione preliminare che impedisce all'amministrazione di congelare, almeno per il momento, sovvenzioni e prestiti federali. La questione del blocco dei fondi federali è diventata un tema centrale nelle prime settimane del secondo mandato di Trump. Inoltre, il tribunale federale di Washington ha ordinato al governo di versare i fondi destinati agli aiuti esteri, dovuti ai contraenti e alle Ong, nel bel mezzo della battaglia legale sul congelamento dei fondi dell'USAID e del Dipartimento di Stato.

La frenesia nei tagli e le sue conseguenze

La frenesia di Musk nei tagli al governo federale ha ancora il sostegno dei conservatori, tuttavia la costituzionalità di diverse azioni e la reazione dei cittadini potrebbero cambiare la situazione. La velocità con cui vengono effettuati questi tagli potrebbe rivelarsi controproducente. Le preoccupazioni giustificano il fatto che nel tempo potrebbero emergere problemi o conseguenze indesiderate.

Un recente articolo dell'Associated Press ha evidenziato la previsione che circa il 40 per cento dei contratti annullati dal Dipartimento di Musk non porterà ad alcun risparmio. Il DOGE ha pubblicato, il 24 febbraio, un elenco aggiornato di quasi 2.300 contratti rescissi nelle ultime settimane da varie agenzie in tutto il governo federale. I dati resi pubblici sul "Muro delle ricevute" indicano che più di un terzo delle cancellazioni (794 in totale) non dovrebbero far generare risparmi.

L'AP riporta che ciò avviene perché il valore complessivo dei contratti è già stato interamente impegnato, il che implicherebbe che il governo avrebbe l'obbligo legale di spendere i fondi per i beni o i servizi acquistati, e in molti casi potrebbe averlo già fatto.

Sebbene questo approccio possa eliminare i rami secchi, potrebbe anche suggerire una strategia diversa rispetto a quella drastica da "motosega" e potrebbe anche essere più efficace.

Le reazioni politiche e future incognite

Secondo un recente sondaggio CNN/SSRS, il 51 per cento degli intervistati ha ritenuto che Trump avesse esagerato nel ridurre i programmi federali. Il 53 per cento, inoltre, ha espresso parere negativo riguardo al fatto che Musk fosse così prominente nella scena pubblica.

Non resta che attendere per vedere come i cittadini reagiranno alle urne, con le importanti elezioni del 2026 all'orizzonte. Tuttavia, Trump avrà bisogno di un sostegno notevole per realizzare l'ambizioso traguardo di rivoluzionare gli Stati Uniti. Solo il tempo dirà se Musk sarà un peso politico per l'agenda di Trump.

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Nazlican Cebeci
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