Centrali nucleari di nuova generazione in Italia entro il 2030? Solo rumors. Questa volta la critica non arriva dall'opposizione convintamente contraria all'atomo o da qualche avversario del governo Meloni, ma dall'ex a.d. Enel Francesco Starace. Ingegnere nucleare, e quindi esperto in materia, Starace ritiene sia impossibile portare avanti il progetto ambizioso voluto dal governo Meloni.
Sebbene il ddl Nucleare, annunciato dalla presidente del Consiglio la scorsa settimana, sia ambizioso e potrebbe essere una soluzione per far fronte ai crescenti costi dell'energia, sembra che farà fatica a decollare almeno nel breve periodo. L'ex amministratore delegato di Enel ha parlato al primo corso della scuola politica Akademeia di Firenze spiegando che, per ora, si tratta solo di "rumori di fondo".
Un intervento breve ma che lascia presagire una posizione molto forte da parte dell'ingegnere sui tempi voluti dal governo e sulla possibilità di costruire centrali nucleari entro il 2030. La polemica non è sfuggita al senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, che ha chiesto a Starace a nome di chi parla.
Un progetto ambizioso, ma quanti rumors. Qualche giorno fa, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, parlando dell'aumento delle bollette, ha spiegato che il governo sta lavorando a un ddl nucleare e che si auspica che il Parlamento possa prendere quanto prima la decisione di discuterlo.
Un pietra miliare per il futuro dell'Italia che si è sempre "defilata" dall'atomo in passato grazie ai referendum del 1987, ai tempi del disastro di Chernobyl, e nel 2011. Ci apprestiamo ad abbracciare l'energia nucleare? Secondo Palazzo Chigi sì, ma l'ingegnere Starace frena gli entusiasmi durante un discorso al primo corso della scuola politica Akademeia di Firenze qualche giorno fa. In videocollegamento, l'ex ad di Enel ha spiegato:
Entro il 2030 non ci saranno quindi centrali nucleari in Italia? Starace riconosce le novità dei progetti dell'esecutivo nazionale, ma specifica che molte delle affermazioni fatte in questi giorni potrebbero essere "rumore di fondo" o "discorsi interessati".
Il capogruppo di Forza Italia al Senato Maurizio Gasparri ha criticato duramente l'ex amministratore delegato dell'Enel per la sua posizione contraria al ricorso all'energia nucleare. L'esponente di FI ha posto la domanda su chi fosse realmente dietro le dichiarazioni di Starace, dicendo che l'ex manager dell'Enel fosse stato influenzato politicamente, in particolare da Matteo Renzi.
Quest'ultimo, secondo Gasparri, ha spinto l'Enel ad entrare nel settore delle telecomunicazioni con la creazione di Open Fiber, una mossa che ha comportato ingenti costi per lo Stato. Gasparri ha accusato Renzi e Starace di aver fatto scelte dannose per l'Italia e ha sollecitato una restituzione delle somme spese, proponendo di destinare quelle risorse a finanziare il nucleare, una fonte energetica che, secondo lui, sarebbe stata una scelta migliore:
Il senatore ha inoltre sollevato dubbi su alcune operazioni legate a Open Fiber, suggerendo che ci siano aspetti poco chiari che potrebbero meritare un’indagine da parte della magistratura.
Il ddl delega, approvato dal Cdm venerdì scorso, stabilisce che il governo debba adottare una serie di decreti legislativi entro un anno dall’entrata in vigore, per regolamentare in modo organico il ciclo di vita della nuova energia sostenibile. Sarà necessaria la redazione di un Programma nazionale, che coprirà tutti gli aspetti: sperimentazione, localizzazione, costruzione e operatività dei nuovi moduli, fino alla fabbricazione e al riprocessamento del combustibile.
Il programma interverrà anche sulla disattivazione e smantellamento degli impianti esistenti, la gestione dei rifiuti e del combustibile esaurito, la ricerca, lo sviluppo e l’utilizzo dell’energia da fusione, nonché sulla riorganizzazione delle competenze e delle funzioni, incluso l’istituzione di un'autorità indipendente per la sicurezza, la vigilanza e il controllo. Il tutto nel rispetto dell'economia circolare.
Un progetto ambizioso che vuole portare all'indipendenza energetica l'Italia e garantire una riduzione dei costi delle bollette, soprattutto a fronte dei recenti rincari. I tempi per l'apertura ed entrata in funzione delle centrali, almeno annunciati dal governo, sono molto ottimistici: si parla addirittura di cinque anni.