03 Mar, 2025 - 16:36

Spaccatura nel centrosinistra e nel governo sull'Ucraina: chi sta dalla parte di Zelensky?

Spaccatura nel centrosinistra e nel governo sull'Ucraina: chi sta dalla parte di Zelensky?

O con l'Ucraina o con Putin. A questo si è limitato il dibattito sulla guerra nell'Est Europa, che dovrebbe essere molto più complesso delle divisioni aprioristiche tra buoni e cattivi fatte da alcuni esponenti della politica. La piazza di ieri, in sostegno dell'Ucraina di Zelensky, ha però dimostrato quanto sia necessario in questo momento supportare il presidente, ormai bistrattato dagli Stati Uniti e lasciato solo a fronteggiare le mire espansionistiche del leader russo Vladimir Putin.

Dal governo arriva il sostegno all'Ucraina, ma qualcuno non sembra volersi associare alla causa di Kiev. Il leader della Lega, Matteo Salvini, già accusato in passato di avere simpatie filorusse, ha sostenuto le teorie del presidente statunitense Donald Trump sul conflitto nell'Est Europa, dicendo che il tycoon ha fatto la scelta giusta. Opinioni condivise ovviamente dall'intero partito, che ritiene necessaria la fine della guerra senza impiegare ulteriori risorse.

E per quanto riguarda invece il campo largo? L'Ucraina rischia di essere un punto di rottura per i partiti del centrosinistra: il Partito Democratico, o almeno la maggioranza dei dem, ha sempre ribadito il proprio sostegno al presidente ucraino. Una condizione imprescindibile per le anime centriste della coalizione anti-Meloni: basti pensare ad Azione, Italia Viva e +Europa. Fanno però eccezione il Movimento Cinque Stelle e Alleanza Verdi Sinistra.

La guerra in Ucraina e il sostegno nel governo

Meloni è stata sempre molto chiara in merito all'appoggio al governo di Kiev: nessun passo indietro, supporto a Zelensky e addirittura la volontà di mettersi in gioco per far cambiare idea a Trump sul presidente ucraino. Ma la maggioranza è davvero dalla parte della presidente del Consiglio? Guardando a Forza Italia, non ci sono dubbi.

Il partito che fu del Cavaliere è da sempre un sostenitore dell'atlantismo e della causa ucraina. Il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha detto in più occasioni che non si può cambiare idea sull'appoggio a Zelensky e che l'Italia deve dare il suo contributo, perché si tratta di una questione che non riguarda solo Kiev, ma l'intera Europa.

Non è dello stesso avviso Matteo Salvini, assieme al suo partito. Il leader del Carroccio ritiene che questa guerra abbia già assorbito troppe risorse e sia costata troppo all'Italia: basti pensare ai costi energetici o alla spesa militare.

Le "pecore nere" dell'opposizione

L'Ucraina divide anche l'opposizione. Elly Schlein e il Partito Democratico, fatta eccezione per una buona parte dell'ala cattodem, appoggiano la causa di Zelensky e, assieme a loro, c'è tutta l'area centrista del campo largo: Italia Viva, Azione e +Europa. Non sono dello stesso avviso Alleanza Verdi Sinistra e il Movimento Cinque Stelle, che vengono accusati di essere filoputiniani per essersi schierati contro l'invio di armi a Kiev.

Di recente, a differenza di Salvini, Giuseppe Conte ha espresso un parere molto più negativo sull'atteggiamento di Trump, pur non supportando il sostegno militare all'Ucraina. Non è un caso che il leader del M5S sia finito nel mirino della piazza di ieri, 2 marzo 2025, a sostegno di Zelensky.

L'impatto sulle alleanze

Se da una parte Meloni dovrebbe rinunciare a Salvini, dall'altra Schlein dovrà fare a meno di Conte, Bonelli e Fratoianni. Questa potrebbe essere l'unica soluzione per avere una linea univoca sull'Ucraina, ma potrebbe avere ripercussioni sui consensi e sulla stabilità dell'esecutivo nazionale. Una rinuncia totale a preziosi alleati oggi sembra impossibile.

Allora, cosa si può fare? Chiedere di moderarsi sull'Ucraina, anche senza cambiare linea, potrebbe essere un'idea, ma rappresenterebbe una forte censura ai partiti in questione. Ad oggi, un pensiero comune sull'Ucraina sembra difficile da costruire ma è necessario dopo quello che è successo lo scorso venerdì alla Casa Bianca tra Zelensky e Trump.

Articolo in tre punti

  • Divisioni politiche sul sostegno all'Ucraina: Il dibattito sulla guerra in Ucraina è polarizzato tra chi sostiene Zelensky e chi invece ritiene eccessivo l’impegno militare ed economico. Il governo Meloni appoggia Kiev, ma Salvini e la Lega si mostrano più scettici.
  • Spaccature anche nell’opposizione: Il PD e i partiti centristi sostengono Zelensky, mentre M5S e Alleanza Verdi Sinistra si oppongono all’invio di armi, venendo accusati di filoputinismo. Conte critica Trump ma resta contrario al sostegno militare.
  • Impatto sulle alleanze politiche: La questione ucraina potrebbe mettere a rischio la stabilità politica: Meloni dovrebbe distanziarsi da Salvini, mentre Schlein potrebbe dover rinunciare a M5S e AVS per mantenere una linea coerente nel centrosinistra.
 
AUTORE
foto autore
Francesco Fatone
condividi sui social
condividi su facebook condividi su x condividi su linkedin condividi su whatsapp
ARTICOLI RECENTI
LEGGI ANCHE