19 Apr, 2025 - 18:20

Trump ritira i militari americani dalla Siria?

Trump ritira i militari americani dalla Siria?

Dopo oltre un decennio di presenza militare in Siria, gli Stati Uniti stanno rivedendo radicalmente la propria strategia nel Paese. Il contesto geopolitico in rapida evoluzione, il crollo del regime di Bashar al-Assad e i cambiamenti interni alla politica statunitense, stanno contribuendo a ridisegnare la presenza americana nella regione. Il ritiro progressivo delle truppe annunciato dal Pentagono segna un momento di svolta, non solo per la Siria ma anche per l’intero assetto della sicurezza internazionale nel Medio Oriente.

Usa pronti a ridurre le truppe in Siria

Gli Stati Uniti ridurranno la presenza militare in Siria. Il cambiamento arriva dopo anni di presenza americana nel paese del Medio Oriente. L'esercito statunitense conta circa 2mila soldati in diverse basi situate principalmente nel nord-est della Siria. Come annunciato dal portavoce capo del Pentagono, Sean Parnell, la mossa potrebbe dimezzare il numero attuale.

La dichiarazione non specifica da quali zone verranno ritirate le truppe. Tuttavia, il New York Times riferisce che l'esercito americano chiuderà tre degli otto piccoli avamposti nella zona, ritirando circa 600 militari.

Siria, Trump ci riprova: nuova riduzione delle truppe americane

Trump, durante il suo primo mandato, nel 2018, aveva tentato di ritirare le forze americane dalla Siria. La sua iniziativa aveva riscontrato l’opposizione dei vertici del Pentagono sostenendo che un ritiro completo avrebbe significato l'abbandono delle Forze Democratiche Siriane, che sono state decisive nella caduta dell’ISIS. Washington manteneva circa 900 soldati per impedire la rinascita dello Stato Islamico.

Secondo le ultime dichiarazioni, quindi, le forze statunitensi verranno ridotte a meno di mille unità. Ciò rappresenta una rottura con le politiche dell'amministrazione precedente. Biden aveva affermato che le truppe americane sarebbero rimaste in Siria "per garantire la stabilità" dopo la caduta di Assad.

Siria post-Assad, il Pentagono riorganizza la presenza militare

Attualmente, le truppe statunitensi presenti in Siria collaborerebbero con le forze locali per bloccare la rinascita dello Stato Islamico. L'ISIS aveva conquistato una vasta area del paese durante i primi anni della guerra civile ma è stato poi respinto. L’ultimo villaggio nelle mani dello Stato Islamico è caduto nel 2019.

Negli ultimi mesi sono stati registrati numerosi cambiamenti regionali e mondiali che hanno avuto o avranno un effetto sul futuro del paese. Nelle ultime settimane del 2024 è caduto il regime di Bashar al-Assad in seguito a un'offensiva dei ribelli jihadisti. Queste forze islamiste hanno avviato la loro operazione dalla roccaforte nel nord-ovest del paese. In meno di due settimane hanno raggiunto la capitale Damasco, ponendo così fine alla dinastia Assad che durava da decenni.

I nuovi governanti della Siria stanno procedendo alla ricostruzione del paese su più fronti: politico, economico e sociale.

Il Pentagono definisce il ritiro di centinaia di soldati dalla Siria come un "consolidamento" che riflette il mutamento del paese in materia di sicurezza. Nonostante i timori per la rinascita dell'ISIS nel paese, il Pentagono ha assicurato che il ridimensionamento delle forze sul campo consentirà agli Stati Uniti di "mantenere la pressione sull'ISIS e rispondere a qualsiasi altra minaccia terroristica che dovesse presentarsi".

Mentre la Siria tenta di scrivere un nuovo capitolo dopo la fine del regime degli Assad, la riduzione delle forze statunitensi lascia spazio a nuovi equilibri e incognite. Resta da vedere se il consolidamento annunciato dal Pentagono sarà sufficiente a contenere il rischio di una rinascita dell’estremismo islamico e quale ruolo giocheranno i nuovi attori regionali in un Paese ancora segnato da profonde ferite politiche e sociali.

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Nazlican Cebeci
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