Israele si prepara a una nuova fase della guerra a Gaza: il primo ministro Benjamin Netanyahu ha annunciato l'espansione dell’offensiva militare, mentre l’ultradestra al governo rilancia apertamente l’idea dell’annessione dell’enclave palestinese. Le dichiarazioni delineano uno scenario sempre più oscuro per i palestinesi. Le famiglie degli ostaggi israeliani temono di essere sacrificate.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato i dettagli della nuova offensiva nella Striscia di Gaza. In un video pubblicato su X, Netanyahu ha parlato del piano di sicurezza approvato dal gabinetto di sicurezza. Il piano prevede di estendere le operazioni militari a Gaza.
Il premier israeliano ha affermato che la popolazione palestinese che abita nella Striscia di Gaza "verrà spostata, per la sua stessa protezione".
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— Benjamin Netanyahu - בנימין נתניהו (@netanyahu) May 5, 2025
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Un alto funzionario della sicurezza israeliana ha affermato alla CNN che il piano consiste nello spostare l'intera popolazione di Gaza a sud dell'enclave. A quel punto potrebbe essere revocato anche il blocco degli aiuti umanitari che continua ormai da nove settimane.
Il ministro delle Finanze israeliano, Bezalel Smotrich, ha dichiarato che "finalmente conquisteremo la Striscia di Gaza". L’annessione di Gaza è nell’agenda dell’ultradestra israeliana.
Si prevede quindi che le forze israeliane non lasceranno le loro posizioni nella zona cuscinetto, estesa con ultime operazioni militari effettuate nel territorio palestinese. Attualmente oltre il 70 per cento di Gaza è sotto il controllo israeliano. Sono stati emessi inoltre numerosi ordini di evacuazione per determinati quartieri.
Netanyahu ha parlato anche degli ostaggi, affermando: "Non molleremo questo impegno e non rinunceremo a nessuno".
L'Hostages and Missing Families Forum, un gruppo di attivisti israeliani, ha dichiarato in una nota che il piano "sacrificherebbe" coloro che sono ancora detenuti nel territorio palestinese.
"לא מתקבל על הדעת שנשמע על סיכון אובדן יקירנו דרך התקשורת; אנו דורשים להיפגש איתך בהקדם ולשמוע באופן מפורט כיצד תכנית הלחימה החדשה תימנע את אובדן יקירנו – דבר שיהיה בגדר הפסד לאומי מוחלט".
— מטה המשפחות להחזרת החטופים והנעדרים (@BringThemHome23) May 5, 2025
על רקע אישור הקבינט המדיני-ביטחוני להרחיב את הלחימה בעזה ועל רקע שורת דיווחים על הסכנה… pic.twitter.com/n4OD0NJs4o
"Aiuteremo la popolazione di Gaza a procurarsi del cibo. La gente muore di fame e noi la aiuteremo a procurarsi del cibo. ... Hamas sta rendendo tutto impossibile perché sta prendendo tutto quello che arriva", ha affermato il presidente americano, Donald Trump.
L’intervento arriva in un momento critico, mentre gli aiuti umanitari restano bloccati o limitati e la crisi umanitaria peggiora di giorno in giorno. Tuttavia, le parole di Trump sembrano accompagnarsi a un piano ben più controverso.
Secondo fonti riportate, il premier israeliano “continua a promuovere” la proposta avanzata proprio da Trump di “svuotare” la Striscia di Gaza, trasferendo gli abitanti verso paesi vicini come la Giordania e l’Egitto. Un piano che sta suscitando forti preoccupazioni a livello internazionale per le sue implicazioni umanitarie.
La guerra tra Israele e Hamas è iniziata nell’ottobre 2023. A metà gennaio 2025, le parti hanno stabilito un accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Secondo questa intesa, era previsto anche il rilascio di 33 ostaggi israeliani e circa mille prigionieri palestinesi. Durante questo periodo, i palestinesi sfollati all'interno del territorio, al sud, sono tornati alle loro case al nord.
Sebbene l'accordo di tregua abbia acceso caute speranze per il raggiungimento di una pace nell’enclave, durante la prima fase della tregua le parti non hanno concordato la fase successiva, come invece era previsto. Il 18 marzo, Tel Aviv ha quindi ripreso una nuova operazione militare nella Striscia.
Secondo il ministero della Salute dell’enclave, dall’inizio del conflitto oltre 52mila palestinesi hanno perso la vita.