10 May, 2025 - 13:13

Cos'è habeas corpus e perché Trump vuole sospenderlo?

Cos'è habeas corpus e perché Trump vuole sospenderlo?

Nel pieno della sua seconda presidenza, Donald Trump torna a sfidare apertamente i limiti imposti dalla magistratura americana. Al centro del dibattito c’è una delle garanzie più antiche e fondamentali dello stato di diritto: l’habeas corpus. L’amministrazione sta infatti valutando la possibilità di sospendere questo principio, evocando un’interpretazione estrema della Costituzione in nome della “sicurezza nazionale”. La mossa punta a rafforzare i poteri esecutivi in materia di immigrazione e a velocizzare le espulsioni di massa promesse in campagna elettorale. 

Cos’è l’habeas corpus

Habeas corpus è un principio giuridico fondamentale che tutela la libertà personale contro arresti e detenzioni arbitrarie. L’espressione latina completa è habeas corpus ad subjiciendum, che significa letteralmente “tu abbia il corpo da presentare [al giudice]”.

Questo diritto garantisce che chiunque venga arrestato possa comparire tempestivamente davanti a un giudice, che valuterà la legalità della detenzione. Se la privazione della libertà non ha una base legittima, il giudice può ordinare l’immediata liberazione.

Il principio ha origine nel diritto inglese medievale ed è stato formalizzato nel 1679 con l’Habeas Corpus Act. Oggi è riconosciuto in molte costituzioni moderne come garanzia contro gli abusi del potere statale.

È sancito dall'Articolo I, Sezione 9 della Costituzione degli Stati Uniti e garantisce che nessuno possa essere trattenuto senza una giusta causa o un giusto processo secondo la legge.

Nella storia del Paese, il diritto all’habeas corpus è stato sospeso solo in quattro occasioni: su tutto il territorio nazionale durante la Guerra Civile; in undici contee della Carolina del Sud durante gli sforzi per combattere il Ku Klux Klan nel 1871; in due province delle Filippine occupate dagli Stati Uniti durante una rivolta nel 1905; e nelle Hawaii sotto la legge marziale a seguito dell’attacco a Pearl Harbor.

Trump valuta la sospensione dell’habeas corpus

L'amministrazione di Donald Trump sta intensificando la sua battaglia contro la magistratura. Uno dei principali consiglieri della Casa Bianca, Stephen Miller, ha dichiarato che l'amministrazione sta "considerando attivamente" la sospensione dell’habeas corpus. Miller ha aggiunto che "dipenderà se i tribunali faranno la cosa giusta o meno".

"La Costituzione è chiara, e questa è ovviamente la legge suprema del Paese: il privilegio dell'habeas corpus potrebbe essere sospeso in caso di invasione. Quindi è un'opzione che stiamo valutando attivamente", ha affermato.

In effetti, la Costituzione americana afferma che l'habeas corpus non può essere sospeso a meno che “in caso di ribellione o invasione, la sicurezza pubblica non lo richieda”.

Questa dichiarazione viene considerata come una mossa aggressiva dell'amministrazione Trump per portare avanti la propria agenda politica. Trump ha infatti un piano sull'immigrazione particolarmente ambizioso. Il tema dell'immigrazione, insieme all'economia, è stato uno dei punti su cui Trump ha incassato più consensi durante le elezioni del 5 novembre 2024.

Ora, il presidente vuole mantenere la sua promessa agli elettori e procedere con le espulsioni di massa. Un'eventuale sospensione dell’habeas corpus aprirebbe la strada ad ampliare la propria autorità legale per espellere migranti irregolari.

Trump e la linea dura sull'immigrazione

Sospendere l'habeas corpus farebbe parte, quindi, del tentativo di deportare le persone senza dare loro la possibilità di contestare la loro espulsione. Washington ha proceduto alla deportazione di circa 200 presunti membri di gang in El Salvador nel mese di marzo.

Per procedere, l'amministrazione ha attivato una legge che risale al 1798, ai tempi di guerra. Nonostante un ordine del giudice, gli aerei già partiti sono atterrati comunque nel Paese dell'America centrale.

L’amministrazione Trump viene criticata da gruppi di difesa dei diritti e organizzazioni per le libertà civili per non aver garantito la possibilità di un giusto processo prima dell’espulsione. I giudici federali hanno già respinto l'affermazione dell'amministrazione secondo cui il Paese sarebbe sotto invasione.

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Nazlican Cebeci
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