Donald Trump torna sulla scena internazionale con un viaggio simbolicamente e strategicamente rilevante. Il presidente americano ha scelto l’Arabia Saudita come prima tappa del suo secondo mandato, riaccendendo i riflettori sul ruolo del Golfo nelle relazioni tra Washington e il mondo arabo. Tra strette di mano con il principe ereditario Mohammed bin Salman, forum con i grandi nomi della tecnologia e della finanza, e nuove intese economiche, il viaggio si rivela carico di significati politici.
Il presidente americano, Donald Trump, ha scelto l’Arabia Saudita come destinazione per la sua prima visita di Stato ufficiale. Sebbene Trump abbia fatto una breve sosta in Vaticano e in Italia per partecipare ai funerali di Papa Francesco il 26 aprile, il primo viaggio ufficiale del suo secondo mandato è stato programmato per il 13 maggio a Riyadh.
Trump sarà nella regione del Golfo dal 13 al 16 maggio e visiterà anche Qatar ed Emirati Arabi Uniti. L’Arabia Saudita era stata scelta come prima destinazione anche durante il suo primo mandato, sospendendo così una tradizione dei presidenti americani.
Durante il primo giorno di viaggio, Trump è stato accolto dal principe ereditario Mohammed bin Salman. I due leader avrebbero avuto una lunga lista di temi da discutere, tra cui la guerra a Gaza, i prezzi del petrolio e il programma nucleare iraniano.
Il gesto di compiere il primo viaggio ufficiale all’estero in Arabia Saudita dimostra anche l’importanza diplomatica di questo paese per l’amministrazione Trump. Vale la pena ricordare che i funzionari statunitensi hanno iniziato i colloqui con le controparti russe e poi ucraine a Riyadh, nell’ambito degli sforzi per porre fine alla guerra in Ucraina.
La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha recentemente affermato che Trump torna nella regione per “ribadire la sua visione di un Medio Oriente orgoglioso, prospero e di successo, in cui gli Stati Uniti e le nazioni mediorientali intrattengono relazioni cooperative e dove l’estremismo viene sconfitto a favore del commercio e degli scambi culturali”.
La visita negli Stati del Golfo arriva in un momento cruciale per la diplomazia. Tuttavia, si prevede che il viaggio di Trump sarà incentrato sugli affari più che sulle questioni geopolitiche.
Trump ha attirato anche alcuni magnati delle Big Tech e figure di spicco della finanza globale per un vertice sugli investimenti. Secondo quanto riportano i media americani, tra i partecipanti attesi al forum ci sono Jensen Huang di Nvidia, Jane Fraser di Citigroup, Dara Khosrowshahi di Uber e Dina Powell McCormick di BDT & MSD Partners. Anche il CEO di OpenAI, Sam Altman, è presente nella regione del Golfo durante il viaggio del tycoon.
Trump ha firmato infatti diversi accordi con il governo saudita mirati a rafforzare la cooperazione, inclusi l'energia, la difesa, l’attività mineraria e il monitoraggio dello spazio.
L'Arabia Saudita si afferma come un attore chiave nella regione e mira ad intensificare le relazioni con gli Stati Uniti. Il viaggio viene considerato come una conferma della crescente influenza geopolitica del paese nella regione.
Il presidente statunitense è finito nel mirino delle critiche per i legami tra il suo viaggio e le attività imprenditoriali nell'area del Golfo. Sebbene la versione ufficiale parli di una missione esclusivamente diplomatica e commerciale, l’opposizione solleva dubbi, sostenendo che le tre tappe previste potrebbero intrecciarsi con interessi economici personali. I timori sono alimentati dal recente annuncio della Trump Organization, che appena due settimane prima della partenza ha presentato un nuovo progetto immobiliare di lusso in Qatar. L’azienda ha inoltre iniziative in corso anche a Jeddah, in Arabia Saudita, e a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti.