Bruce Springsteen e Donald Trump, due volti simbolici ma opposti dell’America, tornano a scontrarsi pubblicamente. Il celebre rocker, noto per le sue posizioni progressiste, ha attaccato duramente il presidente degli Stati Uniti durante un concerto in Gran Bretagna. Ma la risposta di Trump non si è fatta attendere. Il botta e risposta tra musica e politica si carica di toni personali e ideologici, riaccendendo una rivalità che dura da anni.
Anche Bruce Springsteen è entrato tra le celebrità che hanno criticato Donald Trump durante il suo secondo mandato. Il presidente degli Stati Uniti si è insediato il 20 gennaio per un nuovo mandato non consecutivo. Con il ritorno alla Casa Bianca, Trump ha messo sul campo un'agenda ben precisa e ha sollevato timori su una varietà di temi, dall'immigrazione all'economia.
Durante questo nuovo mandato, non sono mancate né le critiche dal mondo della musica, del cinema e della letteratura a Trump, né il tycoon è rimasto in silenzio di fronte alla contestazione.
Springsteen ha rivolto pungenti critiche contro il presidente americano e la sua amministrazione durante il primo concerto del suo tour britannico a Manchester.
Un attacco diretto, che non si è fermato lì.
"In America perseguitano le persone che esercitano il loro diritto alla libertà di parola e che esprimono il loro dissenso", ha affermato il rocker 75enne.
Springsteen ha poi aggiunto che “gli uomini più ricchi si compiacciono di abbandonare i bambini più poveri del mondo alla malattia e alla morte”. Un riferimento chiaro ai tagli alle agenzie federali e alle loro chiusure, in particolare all’USAID, denunciati recentemente anche da Bill Gates.
Il rocker ha anche toccato altri temi sensibili come l’abolizione delle politiche di diversità, equità e inclusione, i tagli ai fondi universitari, la deportazione dei migranti e altre misure adottate dall’amministrazione Trump fin dal primo giorno del suo secondo mandato.
La contestazione di Springsteen non è rimasta confinata al palco. Il suo discorso è stato infatti diffuso anche sul suo sito ufficiale e sul canale YouTube.
La replica di Trump non si è fatta attendere. In un post pubblicato su Truth Social, il presidente ha attaccato direttamente Springsteen:
Poi l'affondo personale:
Un botta e risposta che promette di infiammare ulteriormente lo scontro tra cultura popolare e potere politico negli Stati Uniti.
Non è la prima volta che Bruce Springsteen prende posizione contro Donald Trump. Durante la campagna elettorale del 2024, il cantante ha apertamente appoggiato la candidata democratica Kamala Harris, definendo Trump “il candidato alla presidenza più pericoloso della mia vita”.
Andando più indietro nel tempo, nel 2020, mesi prima delle elezioni, aveva dichiarato in un’intervista a The Atlantic:
Ancora più netto era stato nel 2016, durante la prima campagna presidenziale del tycoon, quando aveva detto a Rolling Stone:
Con queste dichiarazioni, Springsteen si conferma una delle voci più coerenti e schierate contro la visione politica di Trump, da oltre un decennio.
Lo scontro tra Springsteen e Trump è molto più di una semplice polemica tra una rockstar e un politico: è il riflesso di un’America spaccata tra due visioni del mondo. Da un lato, l’artista che incarna un ideale di giustizia sociale, equità e partecipazione democratica. Dall’altro, un presidente che rivendica un’America forte e sovrana. Le voci come quella di Springsteen continuano a farsi sentire e Trump, come sempre, risponde colpo su colpo.