18 May, 2025 - 15:45

Il futuro di Gaza secondo Trump: il trasferimento dei palestinesi in Libia è davvero un’ipotesi?

Il futuro di Gaza secondo Trump: il trasferimento dei palestinesi in Libia è davvero un’ipotesi?

Mentre la guerra a Gaza continua a generare una delle crisi umanitarie più gravi degli ultimi decenni, emergono indiscrezioni su un piano che rischia di riscrivere il futuro di un'intera popolazione. Secondo NBC News, l’amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di trasferire fino a un milione di palestinesi dalla Striscia di Gaza alla Libia. Un’ipotesi che solleva interrogativi urgenti sul piano politico, giuridico e umano, e che aggiunge nuovi elementi di tensione in uno scenario già profondamente instabile.

Un milione di palestinesi da Gaza alla Libia: ipotesi su un piano di trasferimento

L'amministrazione di Donald Trump starebbe valutando un piano che interessa circa un milione di palestinesi abitanti della Striscia di Gaza. Secondo quanto riferisce NBC News, l'amministrazione sta lavorando per trasferire in modo permanente fino a un milione di palestinesi dall'enclave alla Libia.

L'amministrazione avrebbe già discusso il piano con i vertici del paese del Nordafrica e sarebbe in fase di valutazione. In cambio, sarebbero sul tavolo miliardi di dollari di fondi. Tre persone a conoscenza dell'azione diplomatica hanno riferito che questi sono stati congelati dagli Stati Uniti oltre un decennio fa.

Trump e il futuro di Gaza

La notizia in esclusiva riportata dalla NBC News ha suscitato un'ampia attenzione internazionale. Dopo il suo insediamento per un secondo mandato, Donald Trump aveva definito Gaza un "sito di demolizione" e aveva parlato dell'idea di trasferire i palestinesi di Gaza in due paesi confinanti, Egitto e Giordania.

Il piano di Trump per il futuro dell’enclave ha suscitato timori, sia per le sue ripercussioni giuridiche, ma soprattutto per quelle umanitarie. La squadra di Trump, prima dell’inizio del suo secondo mandato, aveva contribuito, insieme a quella dell’allora presidente Joe Biden, al raggiungimento di cessate il fuoco tra Israele e Hamas.

Successivamente, dopo aver svelato la sua idea di “svuotare Gaza”, Trump ha fatto diverse dichiarazioni preoccupanti. Prima ha sollevato l'idea di acquistare Gaza, e poi ha alimentato ulteriormente i timori con il suo piano di trasformare l'enclave in una “Riviera del Medio Oriente”.

Nonostante il netto rifiuto da parte di Egitto e Giordania di un eventuale sradicamento dei palestinesi dalla propria terra, non è la prima volta che i media americani riportano contatti di Washington con paesi terzi.

Nel mese di marzo, l'Associated Press ha riferito che Stati Uniti e Israele avrebbero contattato i funzionari di tre nazioni africane, Sudan, Somalia e Somaliland, per discutere il possibile trasferimento dei palestinesi. Nell'aprile, invece, il presidente indonesiano Prabowo Subianto ha parlato del piano di offrire un rifugio temporaneo ai palestinesi più vulnerabili.

Anche su un eventuale sforzo di trasferire i palestinesi di Gaza in Libia non ci sono dettagli su se, come e quando potrebbe avvenire un piano così controverso.

Le incognite sul piano di trasferimento dei palestinesi

In attesa di conferme ufficiali dalle parti, va ricordato che la Libia sta affrontando un periodo di profonde divisioni interne da oltre un decennio. Nel rapporto Freedom in the World 2024 di Freedom House, la Libia ha ottenuto un punteggio complessivo di 9 su 100, con 1 punto su 40 per i diritti politici e 8 su 60 per le libertà civili, mantenendo lo status di "Non Libero".

Nel suo rapporto del 2025, Human Rights Watch ha evidenziato le profonde divisioni che persistono, insieme alla fragile situazione economica del paese.

Al momento, il piano rimane avvolto da molte incognite per le implicazioni etiche e politiche che comporterebbe. La Libia, alle prese con una transizione incompiuta e gravi carenze sul fronte dei diritti e delle libertà, appare tutt’altro che un luogo sicuro per accoglienza. Nel frattempo, l’esercito israeliano ha annunciato il 16 maggio di aver lanciato “attacchi estesi” contro Gaza, definendoli parte delle “fasi iniziali” della nuova offensiva. Le vite di milioni di palestinesi restano sospese, ostaggio di decisioni geopolitiche sempre più lontane dalla realtà quotidiana della popolazione dell’enclave.

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Nazlican Cebeci
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