Tre paesi europei sono chiamati alle urne domenica 18 maggio. In Portogallo si tengono le elezioni legislative, con sul tavolo la stabilità politica. Nel frattempo, Romania e Polonia votano per le elezioni presidenziali. La Romania si prepara al ballottaggio dopo l’annullamento delle elezioni nel fine 2024. La Polonia invece è al primo turno di una corsa che deciderà la governabilità.
Si tratta di appuntamenti elettorali che, pur appartenendo a contesti diversi, condividono sfide comuni: polarizzazione politica, ascesa delle destre radicali, futuro del rapporto con l’Unione europea e gestione delle principali crisi economiche e sociali. Il risultato di queste votazioni potrebbe ridefinire gli equilibri interni e influenzare il ruolo di ciascun paese nel panorama europeo
I portoghesi si recano alle urne per la terza elezione legislativa in tre anni. Sono indette elezioni anticipate dopo che il governo di minoranza del primo ministro Luis Montenegro non è riuscito a ottenere la fiducia a marzo.
Tra i temi principali persistono l’edilizia abitativa e l’immigrazione, questioni che continuano a influenzare il dibattito politico nel paese.
L'Alleanza Democratica di centrodestra, guidata da Montenegro, era in vantaggio nei sondaggi. Tuttavia, le previsioni indicano un’instabilità prolungata, con un parlamento probabilmente simile a quello precedente, condizione che potrebbe influire sulla durata del prossimo esecutivo. Montenegro ha già escluso qualsiasi accordo con il partito di estrema destra Chega, guidato da André Ventura.
Anche un’eventuale coalizione con l’Iniziativa Liberale potrebbe non garantire al centrodestra il raggiungimento dei 116 seggi necessari per la maggioranza assoluta. Questo scenario rende il futuro politico portoghese incerto e segnala ulteriori sfide per la stabilità del governo.
Il ballottaggio in Romania sarà cruciale per le prospettive politiche ed economiche del paese. Le elezioni rumene sono considerate le più decisive tra le tre votazioni che si tengono il 18 maggio. I cittadini sceglieranno tra George Simion e Nicusor Dan.
Simion, esponente di ultradestra, si distingue come “alleato naturale” del movimento MAGA con il suo partito AUR. Gode anche dell’appoggio di Calin Georgescu, candidato di estrema destra escluso dal voto successivamente all’annullamento delle elezioni del fine 2024.
Il sindaco di Bucarest e candidato indipendente, Nicusor Dan, affronterà Simion con l’obiettivo di mantenere la strada pro-Ue e Nato della Romania. Le elezioni sono viste come una battaglia tra due schieramenti distinti che determinerà il percorso europeo del paese, con un confronto forte su temi come il contrasto alla corruzione e la riduzione delle disuguaglianze economiche.
In Polonia si tiene il primo turno delle elezioni presidenziali. Sebbene siano in corsa 13 candidati, due di loro si distinguono. Rafal Trzaskowski è sindaco di Varsavia e candidato sostenuto dalla Coalizione Civica del primo ministro Donald Tusk. Trzaskowski è stato sconfitto dall’attuale presidente Duda alle presidenziali del 2020. È un liberale e pro-Europa.
Karol Nawrocki è candidato indipendente sostenuto dalla destra di Diritto e Giustizia (PiS). Promette l’uscita della Polonia dal Patto sull’immigrazione e dal Green Deal dell’UE.
Sebbene Trzaskowski sembri il favorito, si prevede una battaglia dura al secondo turno con Nawrocki, espressione del partito dell’attuale presidente, o con il candidato di estrema destra Slawomir Mentzen.
I temi principali della campagna si concentrano su una varietà di questioni, tra cui economia, guerra in Ucraina, immigrazione e diritto all’aborto.
Il voto è rilevante poiché avrà un peso determinante sulla realizzazione dell’agenda del governo Tusk. Il presidente polacco detiene infatti il potere di veto sulle leggi e ha influenza sulla politica estera e su alcune decisioni militari. L’attuale presidente, Andrzej Duda, ha più volte utilizzato il veto per bloccare le riforme del sistema giudiziario proposte dall’esecutivo.