Il presidente russo frena i negoziati di pace? Crescono i dubbi sul ruolo del Cremlino nei negoziati tra Mosca e Kiev. Intanto Trump, cerca di mediare ma i risultati tardano ad arrivare.
Pace in 24 ore. Così diceva Donald Trump durante la campagna elettorale del 2024. Il tycoon si è insediato il 20 gennaio. Con il suo ritorno alla Casa Bianca, gli Stati Uniti hanno assunto il ruolo di mediatore tra Mosca e Kiev.
La Russia e l'Ucraina sono in guerra ormai da oltre tre anni. Le radici del conflitto sono profonde, le questioni aperte sono molte e, secondo quanto si rileva dalle affermazioni delle parti coinvolte nei contatti, le distanze tra i due paesi restano ampie.
Kiev ha già accettato un cessate il fuoco di 30 giorni incondizionato. Ciò è stato rifiutato da Mosca. La tregua sulle infrastrutture di 30 giorni annunciata dopo la telefonata tra Trump e Putin del mese di marzo è rimasta sotto l’ombra di reciproche accuse di violazioni. Così come il cessate il fuoco in occasione della Pasqua.
La Russia vuole prima negoziare e poi cessare il fuoco, l’Ucraina invece vuole prima cessare le ostilità. La recente speranza di tenere colloqui di alto livello tra Putin e Zelensky è svanita poiché il leader russo ha deciso di non presentarsi a Istanbul, il luogo prescelto da Putin stesso.
Dopo una recente telefonata con il presidente russo, Trump ha affermato che Russia e Ucraina "avvieranno immediatamente i negoziati" per un cessate il fuoco e la fine della guerra. Le condizioni per la pace verranno negoziate tra le parti, afferma Trump.
Gli scarsi risultati degli sforzi diplomatici nel corso delle ultime settimane sono accompagnati dalla minaccia di Washington di lasciare i colloqui in caso di mancanza di impegni concreti.
Le parole positive di Putin e Trump dopo la telefonata del 19 maggio stonano con il pessimismo diffuso dell’opinione pubblica. Trump smetterà di impegnarsi per la pace? O è Putin a ostacolare i negoziati?
Alcuni critici mettono in questione la volontà del Cremlino di raggiungere una pace mentre proseguono le ostilità. Altri sostengono che lo stallo sia dovuto alla riluttanza di Trump a esercitare pressioni su Putin. Trump ha dichiarato pubblicamente che non ci sarebbero stati progressi verso la pace in Ucraina finché lui e Putin non si fossero incontrati. Al momento, però, non è previsto alcun annuncio di un eventuale incontro.
Un recente sondaggio di Harvard CAPS Harris, pubblicato il 19 maggio, rivela che il 66 per cento degli americani ritiene che Putin stia "giocando". Questo pensiero è diffuso indipendentemente dalla posizione politica, dato che il 54 per cento dei repubblicani sostiene che il leader russo rallenti i negoziati per un accordo di pace con gli Stati Uniti. Il 62 per cento degli intervistati, invece, ritiene che Zelensky "voglia sinceramente porre fine alla guerra".
Un ulteriore 62 per cento ha affermato che "l'amministrazione Trump dovrebbe continuare a fornire armi all'Ucraina e imporre ulteriori sanzioni economiche alla Russia se si rifiutasse di negoziare" un accordo di pace.
Il 59 per cento ritiene che Trump non sia abbastanza duro quando si tratta del suo comportamento con Putin.
Gli americani sono divisi (50-50) sulla soddisfazione per come Trump gestisce i negoziati tra Russia e Ucraina, con il 30 per cento che non è per niente soddisfatto.
Sebbene gli sforzi degli Stati Uniti per cessare le ostilità sono fondamentali, si percepisce che lo stato di stallo pesa anche sull’opinione pubblica.
La promessa di Trump si scontra con una realtà diplomatica complessa. I progressi sono lenti, gli ostacoli numerosi e la fiducia appare fragile. Mentre si attende un possibile incontro tra Trump e Putin, le domande restano aperte. Soprattutto, chi è pronto a fare il primo passo concreto?